Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 29/30 - giu./lug. 1992

Tuttoquesto fa arrivare alla conclusione che per dare un futuro alla politica occorrono più interventi in coerenza tra loro e che trovano collocazione nell'ambito delle riforme istituzionali, delle riforme elettorali, della riforma del finanziamento ai partiti, accompagnata da scelte immediate di autoriforma dei partiti stessi. È auspicabile che anche questo divenga consapevolezza e patrimonio comune per i partiti italiani della sinistra a partire da Psi e Pds. Il riferimento all'Internazionale socialista deve trovare uno sbocco in Italia e creare uno schieramento riformista, che si contrapponga a quello democristiano, aggregando, per coerenza ai valori, anche consensi dall'area cattolica. Il Paese ha bisogno di capire quali responsabilità vengono assunte e da chi. I partiti della sinistra non possono mancare a questo appello. I comportamenti e le scelte che hanno accompagnato l'elezione del Presidente della Repubblica sono stati scoraggianti. ~elezione fatta dopo l'uccisione del giudice Falcone, che cos'altro ha potuto dire il Paese se non che solo di fronte alle tragedie - umane e politiche - si riesce a ridestare il senso di responsabilità delle Forze politiche? Anche dal risultato elettorale del 5 e 6 aprile e dal consenso riscosso dalla Lega è emersa una fuga dai partiti tradizionali per ricostruire un senso di appartenenza - al di là delle ideologie - intorno a chi non intende eludere i problemi, intende assumersi responsabilità e dare nuovi assetti al Paese. Tuttoquesto con il rischio di sottovalutare il merito conservatore delle politiche proposte. Non è possibile sottovalutare che la corruzione e l'illegalità nei partiti e nel sistema di potere distruggono il senso civico e la responsabilizzazione individuale e ne favoriscono il trascinamento all'interno dei gruppi dirigenti che finiscono per rinnovarsi tra simili. In questi giorni non sono mancate anche sui quotidiani di partito appelli ai giovani ed inviti a curare nella scuola la formazione civica per dare loro il senso dello Stato, in termini di appartenenza e di rispetto. Questo è importante ma non è assolutamente sufficiente. O è evidente la coerenza che su questo piano hanno il mondo della politica, dell'economia e le forze sociali oppu- {).lL BIANCO l.XILROSSO l•Xi®iltl re per i giovani rimarranno principi belli, ma destinati a rimanere astrattezza e, per questo, causa di delusione, di abbattimento ed anche di provocatoria trasgressione. Che fare? Le riforme istituzionali ed elettorali hanno tempi ravvicinati, ma non immediati. Il confronto anche aspro che ne precederà e ne accompagnerà il dibattito 30 parlamentare, può essere un segnale di autoriforma dei partiti stessi a partire da alcune scelte che liberino da subito la società dall'ingerenza e dall'occupazione indebita che ha subito. Segnali di autoriforma i partiti possono darli definendo alcune regole interne per i propri dirigenti, parlamentari e amministratori. Dalla rinuncia all'immunità parlamentare per l'implicazione in reati che non siano quelli di opinione, alla sospensione da incarichi pubblici o interni, esistono scelte che i partiti possono fare invitando i propri militanti ad adeguarsi anche individualmente senza aspettare le riforme. Nella primavera del '93 ci saranno nuove elezioni amministrative in alcuni centri significativi: può essere un'occasione per dare moralità alla campagna elettorale improntandola a nuove regole. Il d.d.l. che l'On. Spini ha presentato per due legislature senza trovare sostegno convinto in nessun gruppo parlamentare, potrebbe essere ripensato con l'appoggio esplicito del Psi e di altri partiti ed essere da subito la fonte per assumere regole di trasparenza da adottare autonomamente da parte di forze politiche e di candidati. La nuova prospettiva per la politica nasce comunque anche dal rinnovamento delle politiche e della vita dei partiti. I futuri congressi dovranno essere preparati allargando i contributi di elaborazione. Alle intelligenze lucide e culturalmente vivaci presenti nelle attuali «nomenclature» di partito dovranno aggiungersi le voci del mondo del lavoro e della produzione, dell'associazionismo e del mondo della cultura e della ricerca. Insieme ai nuovi contenuti il confronto dovrà definire le regole per la selezionedei gruppi dirigenti. Dovranno essere regole diverse dal passato e coerenti con la necessità di dare spazio a quanti possono rafforzare la credibilità dei partiti con il proprio prestigio personale e con la rappresentanza che esprimono sui contenuti e nella società. Il dibattito che alcuni esponenti del Psi hanno lanciato, nel tempo, nei Congressi e che si è rafforzato in quest'ultimo periodo fa esprimere l'auspicio e la richiesta che sia proprio questo partito a dare il primo vero segnale di politica riformista a partire dalla sua autoriforma.

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