Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 29/30 - giu./lug. 1992

i.>.tL BIANCO lXILROS.SO liX•®iltl Oltrela «questionemorale»: il recuperodeivalorietici e ome ho già avuto modo di scrivere su Repubblica del 3 giugno ritengo che nella vicenda pubblica milanese si debba distinguere un problema di moralità da una questione di eticità. Intendo per la prima lo scandalo vasto ed appariscente di un'intera classe politica dedita all'affarismo organico per sé, per le proprie correnti, per il proprio partito. Si tratta di un fatto di inaudita gravità verso cui giustamente si rivolge la protesta popolare che chiede pulizia. Purtroppo la questione non riguarda solo la quarantina di dirigenti politici o imprenditori sinora inquisiti: si tratta di un sistema che ha molti implicati e beneficiati e che ha delle radici molto ramificate. La Magistratura potrà proseguire ulteriormente, ma difficilmente potrà debellare una realtà, molta parte delle quale non è materia di reato, ma commercio e scambio minuto di tessere, di voti, di favoritismi, di appoggi, di sodalizi. Per problema etico intendo una questione che va bene al di là del non rubare e della giusta esigenza di avere delle persone oneste a ricoprire le cariche pubbliche: si tratta di chiedersi se le attuali forze politiche siano in grado di esprimere valori culturali, orizzonti, ideali, mete storiche all'altezza dei problemi del nostro tempo ed in grado dunque di formare leaders significativi ed una base motivata. A me sinceramente non pare e ritengo questo un problema ancora più grave della cosiddettaquestione morale nel senso sopraddetto perché anzi mi sembra che questa dipenda da quello. La questione morale si può affrontare in due modi:migliorando le regole di controllo e di trasparenza, oppure cambiando le forzepolitiche che gestiscono la cosa pubdi Sandro Antoniazzi blica. È indubitabile che un sistema di garanzie e di meccanismi più trasparenti possa offrire qualche risultato migliore. Però, come è avvenuto nel caso del Pio Albergo Trivulzio, se è lo stesso Presidente a fare affari difficilmente anche le leggi più rigorose resisteranno al raggiro. In altre parole poiché discutiamo appunto del livello dei dirigenti è fuori discussione che il problema è la qualità delle persone (eticità e competenza) che i partiti sanno selezionare per assumere le responsabilità pubbliche. Pertanto il problema principale - salvo la decisione di una generalizzata privatizzazione - rimangono i partiti. 23 Qui il problema è molto serio Le proposte sostenute da ReS di riforme istituzionali ed elettorali che vadano nel segno dell'alternanza e del bipolarismo sono un'ottima cosa, ma toccano solo parzialmente la vita interna dei partiti, il modo di fare politica, il rapporto che essi hanno con la realtà sociale e civile. Sulle forme possibili della politica oggi, per evitare partiti come consorterie di affari, senza programmi, senza scrupoli, controllati dagli interessi, dobbiamo rivolgere la massima attenzione. Chi agita la questione morale, che si tratti della Rete o della Lega, rischia di essere facilmente vincente nella situazione attuale: non so quanto andranno lontani perché anch'essi non hanno risposte, ma solo la possibilità di presentarsi come quelli che non c'entrano. A mio parere il problema riguarda non solo la società politica, ma anche la società civile; esauritasi la solidarietà operaia e del lavoro che costituiva il tessuto fondamentale dei rapporti sociali di un tempo, sia per la sua diffusione che per la sua egemonia, la nostra società è priva di un'etica sociale adeguata. Le crisi economiche ed ideologiche, nella carenza di una qualunque scelta politica adeguata ai problemi del paese, hanno fatto il resto. Occorre dunque lavorareper ripristinare un'etica sociale, contrastando l'economicismo diffuso, rivalutante il lavoro, favorendo l'ampliamento dell'etica stessa alle tematiche emergenti, educando nuovi leaders e nuovi militanti. Nelle nostre società l'economia ha prevalso su ogni altro aspetto ed in una società di affari risulta abbastanza congeniale che anche la politica diventi affarismo. È giusto scandalizzarsi della questione morale scoppiata a Milano, ma mi vengo-

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