~.tLBIANCO lXILROSSO IU•#hlil tangente compie quindi, non un solo illecito, ma un grappolo di reati. In ogni caso, mentre per sanzionare questi comportamenti illeciti, così come quelli dei politici corrotti, può bastare l'impegno della Magistratura, per rianimare un sistema politico, ormai al collasso, ci vuole altro. Il sistema politico è ormai, infatti, con le spalle al muro. C'è una colossale evidente sproporzione tra il costo della politica e le entrate legali dei partiti. Il ceto politico è perciò ritenuto colpevole. In molti casi di dabbenaggine. In altri di silenziosa complicità con coloro che hanno partecipato attivamente ad un colossale sistema di ruberie. Non si può certo fare di ogni erba un fascio attenuando le diverse responsabilità dei singoli. Resta il fatto che questo scandalo non è un episodio di straordinaria corruzione, di reciproci favori tra politici ed imprenditori, ma molto di più. È la spia del modo come l'intero sistema politico italiano trova le risorse per finanziare i propri costi (lasciando, naturalmente, anche adeguati benefici agli esattori). Poichè le cose stanno così cosa si deve fare subito per cambiare una situazione ormai intollerabile? C'è chi propone di modificare le regole per gli appalti. C'è chi chiede una drastica limitazione dell'immunità parlamentare. Tutte cose che vanno benissimo e si debbono fare, ma che non risolvono il problema. Tanto più se il costo della politica continuasse a restare così esorbitante. Per uscirne bisogna, allora, che i partiti attuino davvero una drastica cura dimagrante che riduca il peso dei loro apparati, i loro costi di funzionamento, magari a incominciare dalla soppressione dei quotidiani di partito (sia perché in quasi nessun paese d'Europa i partiti possiedono propri quotidiani e non si vede perché noi dobbiamo continuare ad essere una costosa eccezione). Bisogna ridimensionare l'indebita occupazione dell'economia e della società. Bisogna finalmente chiudere con il consociativismo e promuovere gli istitutidella democrazia dell'alternanza. Bisogna separare le funzioni di indirizzo e di controllo da quelle di gestione. Si tratta di indicazioni già formulate anche in passato. Perché non hanno avuto un seguito? Perché le promesse di autoriforma si sono finora sempre trasformate in autoassoluzioni? Ora che la politica e le istituzioni sono squassate da una crisi che sembra giunta al limite estremo, oltretutto in una situazione nella quale nuove elezioni potrebbero rivelarsi inevitabili, quali sono le misure che si possono concretamente adottare subito per impedire un degrado, altrimenti, mortale? Nei partiti? Tra i partiti? Nelle istituzioni? Poiché la partitocrazia appare delegittimata nel suo insieme, si deve pensare che l'unica possibilità per i partiti è di rinnovarsi assieme o di perire assieme? O ci sono delle cose che ogni partito può incominciare a fare per conto suo? I grandi partiti di massa si sono ormai geneticamente trasformati nei partiti degli «amministratori»o possono e come tornare ad essere anche i partiti dei militanti? 22
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==