i)JLBIANCO lXILROSSO Mii•liild litiche della sinistra - a cominciare dal Psi e dal Pds va proposta e perseguita per ciò che è: una condizione preliminare, per le forze di progresso, per recuperare capacità di governo in nome della solidarietà e non solo dell'efficienza; un passaggio indispensabile per decantare la confusione politica e creare le condizioni dell'alternanza. Occorre quindi lavorare per un nuovo soggetto politico della sinistra che appaia più credibile degli slogan di partito finora lanciati. 2) -Questione morale: d'accordo, respingiamo le strumentalizzazioni e buttiamo a mare i «profeti del giorno dopo». Poi, però, per favore, stracciamo le liste di proscrizione e, silenziosamente, facciamo pulizia. Ma non basta. Il Psi deve contribuire a risanare la vita politica del Paese sostenendo l'abolizione dell'immunità parlamentare, fatti salvi i reati di opinione. E poi dovrebbe al proprio interno istituire, e suggerire alle altre forze politiche, un «comitatodi garanti» al quale affidare due scelte: individuare le postazioni dalle quali il partito deve progressivamente ritirarsi; definire le procedure ed i criteri di nomina per gli incarichi che il Partito fosse comunque delegato ad affidare. 3) - Riforme istituzionali: ogni possibile riforma deve misurarsi con l'obiettivo di rendere trasparente ed operativo il principio di responsabilità attraverso meccanismi che spingano per l'alternanza tra le forze di governo. Ripiegare su modifiche delle leggi elettorali attraverso premi di maggioranza o soglie d'ingresso significa semplicemente rendere invisibile il disagio, il dissenso, la frammentazione sociale e politica. Non solo: esiste un nesso inscindibile tra risanamento economico e riforme elettorali: sia perché il disfacimento istituzionale scarica i suoi costi sull'economia, sia perché per il tempo non breve delle riforme istituzionali ed elettorali il governo dell'economia non può ridursi a puro governo della moneta, pena conseguenze pesanti sugli strati sociali più esposti. 4 - Rapporti con il mondo cattolico: gli esiti elettorali hanno reso visibile il pluralismo politico da tempo operante anche tra i cattolici del nostro paese. Contemporaneamente è apparso chiaro che, la sinistra in genere, ed il Psi nello specifico, hanno assai poco beneficiato di detto pluralismo. E non poteva che accadere questo: le sensibilità e i valori dei credenti, se trovano riscontro in alcune impegnate testimonianze, continuano a non permeare le scelte politiche e spesso i comportamenti concreti degli uomini del partito. Parallelamente i rapporti con l'associazionismo cattolico, nelle sue diverse forme, sono apparsi fortemente viziati darichieste strumentali. È dunque l'anima stessa del partito che va cambiata, resa più accogliente, più ricca. E qui mi fermo. Forse il linguaggio utilizzato non è dei più paludati: ma è questo tempo di paludamenti? Sindacato-partiti: puntoe a capo? di Paolo Giammarroni a preparazione della complessa maxi-vertenza L su scala mobile, livelli contrattuali, rappresentatività ha già ripreso - come giusto - il primo posto nella informazione sindacale. Il risultato elettorale col suo terremoto (piccolo o grande, a seconda delle letture) riguarda però da vicino il sindacato, investito sotto almeno 3 profili: 1. lo spazio politico per le confederazioni rispet7 to al confuso panorama istituzionale; 2. il basso livello di autonomia dimostrato da realtà locali delle confederazioni durante la campagna; 3. l'esito semifallimentare delle candidature maturate ed ex-sindacalisti all'interno delle formazioni politiche di loro riferimento «classico». Può essere utile dunque qualche riflessionea voce alta, che parta da un dato preliminare. La que-
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