crudeltà straordinarie, inusitate e sempre nuove, di cui non si è mai saputo, né udito né letto prima. Alcune di queste atrocità riferirò più avanti: per ora basti dire che sono state tali che dei tre milioni di anime dell'isola Spagnola, che noi abbiamo veduto, non ne restano più di duecento. E l'isola di Cuba, estesa quasi quanto il tratto che separa Valladolid da Roma, è oggi interamente spopolata. Quando a San Juan 2 e alla Giamaica, grandi e un tempo felici assai, incante voli, sono tutte e due devastate. Le isole Lucaie, situate poco tratto a nord della Spagnola e di Cuba, insieme a quelle che chiamavano dei Giganti e ad altre di varia estensione, sono più di sessanta. La peggiore di tutte è più fertile e ridente dei giardini del re a Siviglia: sono le terre più salutevoli al mondo. V'erano in esse oltre cinquecentomila indiani, e oggi non vi si trova più creatura vivente. Li hanno fatti perire tutti, fino all'ultimo, traendoli in servitù sull'isola Spagnola perché vi prendessero il posto dei nativi, che stavan loro morendo di stenti a uno a uno. Dopo tale vendemmia una nave andò attorno per tre anni a cercar gente in quei mari, perché un buon cristiano 3 s'era mosso a pietà di quanti vi si potessero ancora trovare, e voleva convertirli e guadagnarli a Cristo. Non furono rinvenuti che undici indiani: li ho visti io. Più di trenta altre isole nei dintorni di San Juan sono spopolate e perdute per la stessa ragione. Tuttequeste isole avranno insieme più di duemila leghe di costa, e sono ora interamente abbandonate e deserte. Circa la grande Terra Ferma abbiamo sicura notizia che gli spagnoli con le loro crudeltà e le loro opere nefande, hanno spopolato e devastato tutte quelle spiagge un giorno affollatedi uomini razionali. V'eran colà oltre dieci regni più grandi dell'intera Spagna, ivi compresi il Portogallo e l'Aragona, ed estendentisi per un tratto due volte maggiore della distanza tra Siviglia e Gerusalemme, che sono più di duemila leghe: oggi è tutto nella più completa desolazione. Più di dodici milioni di anime, uomini donne e bambini, son morti nel corso di i.>-ILBIANCO lXILROS.SO OXUIIlUi$ki) questi quarant'anni per la tirannia e le opere infernali dei cristiani, ingiustamente e iniquamente. La valutazione è certissima e veridica; ma in realtà io credo, e non penso di ingannarmi, che ne sian periti più di quindici milioni. Due sono state, generalmente discorrendo, le principali maniere con cui quelli che si sono recati laggiù e che si chiamano cristiani hanno estirpato e spazzato dalla faccia della terra tante infelici nazioni. In primo luogo vi son state le guerre ingiuste, crudeli, sanguinose e tiranniche. Hanno ammazzato quanti potevano bramare la libertà, sospirarla o anche solo pensarvi, oppure concepire il disegno di sottrarsi ai tormenti che pativano, vale a dire i signori del luogo e gli uomini: ché da sempre le guerre non lasciano in vita che i giovani e le donne. 61 Poi hanno continuato a uccidere opprimendo i superstiti con la più dura, la più orribile e acerba servitù cui uomini o bestie sian mai stati costretti. A queste due forme di tirannia infernale si riducono a guisa di compendio, subordinate quasi a un unico genere, tutte le altre differenti maniere di distruggere quelle genti, che variano all'infinito. Non da altro mossi i cristiani hanno ammazzato e distrutto tante e tali anime, in numero incalcolabile, non da altro guidati che dalla sfrenata brama dell'oro, dal desiderio di empirsi di ricchezze e di elevarsi ad alte posizioni, affatto sproporzionate alla qualità delle loro persone. Sospinti da una cupidigia e da un'ambizione tali da non trovar confronto sulla faccia della terra, ritrovandosi in contrade così prospere e ricche, abitate da genti tanto umili, tanto pazienti e facili da soggiogare, essi non hanno avuto alcun rispetto, considerazione o stima veruna per gli indiani. Quanto sto per dire corrisponde a verità, ché ne son stato testimone e l'ho visto per tutti quegli anni: li han considerati non dico alla stregua delle bestie (piacesse a Dio che come tali li avessero trattati e rispettati), ma dello sterco che si trova in mezzo alle strade, e ancora peggio. È così che hanno avuto cura delle loro vite e delle loro anime, e per questa ragione creature innumerevoli sono morte senza fede e senza sacramenti. Ed è ancora verità notoria e accertata, riconosciuta e ammessa da tutti, perfino dai tiranni e dagli assassini, che mai, in tutta la vastità delle Indie, gli indiani han recato il minor danno ai cristiani. Li ritenevano anzi discesi dal cielo, finché non han cominciato e poi continuato a subirne, un giorno dopo l'altro, ogni sorta di ribalderie, di rapine, di assassini, di vessazioni e di violenze. 1 Haiti. 2 Puerto Rico. 3 Pedro de !sia, che poi fu frate francescano.
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