i.)_(L BIANCO l.XILROS.SO UWilr\iMi• fido, dove non può essere solo la disponibilità delle famiglie affidatarie a venir presa in considerazione, ma dove sarebbe necessario, affianco al pur qualificato impegno professionale degli assistenti sociali un più preciso sostegno di carattere psicologico, sia nella fase di valutazione delle condizioni di realizzazione dell'affidamento, sia «in itinere», durante il suo svolgimento, a sostegno delle famiglie affidatarie, delle famiglie d'origine e degli operatori coinvolti. Credo che questo sia un punto su cui bisogna fare chiarezza per quanto riguarda l'esperienza della scuola e l'impegno in altre situazioni sociali. L'apporto del volontariato è decisivo e va sicuramente integrato con le competenze istituzionali ufficiali. Ma, a mio avviso, l'impostazione del problema va completamente capovolta; un'ottica nuova deve essere adottata per evitare che il volontariato svolga solo un ruolo di supplenza e per evitare, al contempo, che tante energie umane, soggettive, di operatori professionali che vengono utiliz54 zate anche in situazioni limite non siano adeguatamente riconosciute. Non si tratta di avvalorare l'esistenza di una componente «missionaria», ma, al contrario, di riconoscere l'importanza di una «dimensione etica fondamentale» nello svolgimento di un lavoro che ha alla base la relazione non con oggetti, ma con soggetti umani. E si tratta, inoltre, di riconoscere e professionalizzare, con una adeguata formazione, quegli aspetti di capacità di attenzione al mutamento, di metodologia relazionale, che generalmente vengono dati per scontati o attribuiti alla sfera soggettiva delle qualità personali degli operatori, erroneamente non sottoposte a qualificazione e quindi a verifica. • Pubblichiamo un brano di Giuseppe Fiorenza, sulla condizione dei bambini a Napoli. Il saggio uscirà intero in un volume sull'affido familiare, in corso di pubblicazione per la Franco Angeli editore, che ringraziamo con l'Autore.
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