Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 28 - maggio 1992

.{).lLBIANCO lXILROSSO 11W1MMMl11 regionale, dallo stesso IspettoreVacatello, responsabile dell'Ufficio H del Provveditorato agli Studi di Napoli e coordinatore del corpo ispettivo, è relativo ad un distretto della provincia di Napoli, all'interno del quale una scuola denunciava il 34,6% di «dispersione» a fronte del 4% dichiarato da un'altra, operante nello stesso ambito territoriale. La situazione è per molti versi assurda, perché, a fronte di molte cose che ci sono ancora da scoprire, da capire, da spiegare agli altri, ce ne sono tante su cui c'è un presunto accordo che non riesce ad essere operativo. Un documento molto articolato e preciso, steso da rappresentanti della scuola e del mondo della cultura (che hanno dato vita ad un Presidio permanente in difesa dei minori e della scuola) presenta analisi ed avanza proposte, sia pure in un'ottica fortemente (ma sanamente) polemica nei confronti dell'Amministrazione comunale e dell'Amministrazione scolastica. Si va dal non risolto problema dell'edilizia scolastica, per cui non è stata costruita neanche una delle 4000aule previste nell'86 e finanziate con 700 miliardi rimasti inutilizzati, a quello del degrado di strutture costruite ma lasciate senza suppellettili e attrezzature, esposte alla devastazione di atti vandalici. Si va dalla cronica mancanza di attrezzature sportive (su 110 scuole medie 33 non hanno palestre, 27 hanno spazi di seconda categoria che non consentono attività sportive) alla mancanza di manutenzione che determina la rapida fatiscenza delle strutture. Si va dalla mancata fornitura della refezione scolastica a tanti altri problemi di non piccola entità. Viene in mente la filosofia di Saman, una delle più originali esperienze per il recupero dei tossicodipendenti. Saman, nata a Trapani dalla collaborazione di FrancescoGardella con MauroRostagno, barbaramente assassinato dalla mafia, ha ormai 24 sedi aperte in tutt'ltalia. Dovunque le sedi sono immerse nel verde, sono ben curate, pulite, ordinate, belle, perché la dimensione estetica ha una funzione importantissima per la costituzione o il recupero di un'identità positiva. Viene da pensare alla meravigliosa esperienza di «ElPelouro», una scuola per bambini psicotici, aperta ai bambini normali, realizzata in un villaggio della Galizia, in Spagna, da ]uanLlauderRiesco, neuropsichiatra infantile e TeresaUbeiraSantoro, pedagoga-terapeuta, dove i bambini vengono «educati alla vita, attraverso la vita reale», in 52 una serie di attività che hanno loro stessi al centro, la loro capacità di progettare, costruire, inventare, a contatto con la natura ed in uno scambio interattivo, molto forte e significativo, con gli adulti disponibili, siano essi i terapeuti, i maestri, gli artigiani, i genitori o anche soltanto gli ospiti di passaggio. Ed i bambini della periferia urbana, che escono da case fatiscenti e malridotte, attraversano strade maltenute (per la verità meno sporche d'un tempo) per andare in scuole inospitali a frequentare un tempo prolungato, ma senza poter usufruire dei necessari laboratori, consumando i panini portati da casa? Non è possibile essere bambini a Napoli! Altro paradosso: mi viene da pensare ai numerosi istituti di rieducazione minorile che ho visitato, ora in parte riciclati per altre atttività. Erano ricchi di strutture, laboratori artigiani, spazi attrezzati: possibile mai che una qualche illuminata ideazione strutturale architettonica ed anche contenutistica debba essere pensata solo per il recupero e non per la prevenzione? Non si può dire che la scuola napoletana non stia facendo nulla. Né, d'altronde, è troppo conosciuto il lavoro capillare e sotterraneo di numerosissimi insegnanti impegnati quotidianamente nel recupero di tanti ragazzi «difficili». Tali esperienze andrebbero valorizzate, raccolte, riproposte ad altri, anche nell'ambito delle iniziative incoraggiate dalla preziosa Legge 39/85 della Regione Campania, che promuove attività culturali per contribuire allo sviluppo di una coscienza civile contro la criminalità camorristica. Pur con gravi limiti e molte contraddizioni, rispetto all'ampio respiro culturale iniziale è di qualche interesse la sperimentazione del cosiddetto «Progress», un progetto per il recupero dell'evasione scolastica, che merita però di essere qualificato e approfondito e il nuovo progetto denominato «Fantàsia», che prevede la frequenza biennale di ragazzi ultraquattordicenni, in un rapporto integrato tra docenti della scuola e maestri artigiani. Il vero problema è legato alla possibilità di far prendere la licenza media a ragazzi che avevano abbandonato la scuola, fornendo loro gli strumenti indispensabili per una formazione di base, accompagnata ad una possibilità di formazione professionale non degradata. Ma qui la distanza tra le premesse e le possibilità di una realizzazione efficace, significativa, riproducibile, diventano enor-

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