Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 28 - maggio 1992

.Pll~ BIANCO '-.XII_JROSSO ATrUALITÀ Psi:lamalattia è seria lamedicinsaiaforte di Rino Caviglioli uanto sta accadendo in queste ultime setti- Q mane nel nostro Paese ci obbliga, finalmente, a scelte radicali. Certo, molto poteva essere previsto. Era impossibile che dietro quel sordo brontolio sociale - che ormai coinvolgeva tutti gli strati e i ruoli sociali e tutte le aree geografiche - ci fosse solo rinuncia, o immotivata protesta. Ma ora è accaduto, ed ogni persona perbene può vedere, giudicare, agire. Vedere. Bossi vuol dividere l'Italia in tre parti, ma altri hanno allontanato la riunificazione culturale, economica, politica del Paese. Le funzioni più importanti di uno Stato moderno sono a pezzi. Quelle storiche - fare le leggi, farle rispettare, far pagare le tasse - non meno di quelle più «evolute» che si ispirano a principi di solidarietà sociale: curare gli infermi, educare i ragazzi, offrire a tutti una cittadinanza convincente. I partiti usurpano prerogative altrui ed al loro riparo, spesso per fini personali e di clan, prospera il malaffare. Ogni potere istituzionale appare debole, contestato, incerto, rinchiuso in una dimensione quotidiana. La «societàpolitica» è ammalata ed anche quella civile. I due mondi sono tutt'altro che separati e 5 le inefficienze e le sordità del pubblico amplificano i ritardi e le durezze del mercato. Insomma, non è un bel vedere. Quanto al giudicare possiamo azzardare qualche riflessione. Chi ha esercitato più potere è più responsabile, anche se la pratica çiel consociativismo forte coinvolge tutte le piu importanti forze politiche. Nessuna forza politica di rilievo ha raccolto con efficacia le aspettative di modernizzazione che attraversano i grandi paesi industrializzati: ma quasi allo stesso modo trascurata è apparsa la domanda di equità sociale, fatti salvi i rituali d'obbligo. Al centro c'era solo il dovere di conservare, ed anche questo è stato fatto assai malamente: ma a sinistra come non riconoscere che sopravvenienze ideologiche, rissa permanente, il prevalere di consolidati interessi di gruppo su quelli generali, hanno reso non credibile e non praticabile una politica riformatrice e di solidarietà sociale? La consultazione elettorale di aprile ha reso evidenti i problemi; ha chiesto - non dato - unarisposta agli stessi. Modesti i consensi espressi per quanti si sono proposti come moralizzatori della vita pubblica, a valanga i voti per la Lega Nord, dalle aree geografiche e dalle genti più ricche del paese: difficile non pensare che esse siano mosse,

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