Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 28 - maggio 1992

zione laica, sappiamo distinguere la sfera della morale da quella della politica. C'entrano la legalità, la deontologia professionale, la correttezza, la trasparenza, la serietà. Questi fattori essenziali della politica si sono impoveriti, nel Psi. E dal loro impoverimento trae origine quell'atmosfera di diffidenza astiosa che si è creata attorno al nostro partito, e che è la ragione fondamentale della sua mancata crescita. _p_lJ, BIANCO \XILUOSSO I •Xi#i 118 il Che i nemici la sfruttino, è cosa che può indignarci, non sorprenderci. Se la nostra risposta di limitasse alla contestazione della distribuzione statistica delle malefatte tra i partiti, sarebbe elusiva e a lungo andare suicida. Molte volte è stato evocato il fantasma dell'autoriforma, per poi lasciarlo dissolvere nell'oblio. Ora è venuto il momento di un rinnovamento della nostra vita politica che investa i modi di selezione dei quadri e degli amministratori, le forme regolari e democratiche del dibattito politico, la natura e l'attività degli organi di controllo e digaranzia. Questo sarà un impegno essenziale del prossimo congresso del Psi. Il buon riformismo comincia a casa propria. Sinistraunitae solidale control'egoismoleghista M ai come in queste ultime elezioni i risultati esprimono in maniera così chiara la frantumazione e corporativizzazione della società italiana in atto da molti anni e che solo ora ha avuto la possibilità di manifestarsi lioeramente. Analogo fenomeno lo riscontriamo in Francia, Germania e Gran Bretagna (qui per la forte differenziazione del voto per aree regionali e con la differenza fon- <lamentale dell'attaccamento inglese al sistema elettorale maggioritario). Da ricerche sulla partecipazione politica (vedi quelle di Ronald Inglehart) effettuate a livello internazionale si è da tempo dimostrato il declino delle identificazioni partitiche tradizionali e lo sviluppo di organizzazioni di interessi specifici che pretendono un immediato riconoscimento politico. Una tendenza generale che fa, ovviamente, i conti con le specificità e le storie nazionali e che, in particolare in Italia, assume aspetti macroscopici perché in presenza di un meccanismo elettorale proporzionale ormai decisamente da modificare. Mentre i risultati dei Verdi, della Rete, di RifondazioneComunista sono facilmente di Salvatore Vento spiegabili (l'emergenza ambiente, la questione ecologica; la questione morale nella vita pubblica; la presenza dello zoccolo duro comunista) desta più interrogativi il movimento della Lega Nord (Sergio Romano l'ha letta come l'emergere di una «questione settentrionale»). È possibile ricostruire un'identikit del votoleghista? Da una prima riflessione condotta nel «Centro Genova Agorà» emergono le seguenti considerazioni. In primo luogo dobbiamo distinguere i militanti della Lega (coloro che hanno sostenuto la campagna elettorale e partecipano attivamente alla vita delle 44 strutture) dai votanti: la collocazione sociale dei primi sembra essere quella classica dei ceti medi autonomi (commercianti, artigiani, piccoli imprenditori, liberi professionisti) che vorrebbero vivere senza i «lacci e lacciuoli» dell'intervento statale (meno tasse, mano libera nell'assunzione di personale, privatizzazione dei servizi, basta con gli aiuti al Sud), è la protesta di chi ha già una posizione, ha paura di perderla, vuole più sicurezza. Tra i votanti invece la percentuale maggiore si trova tra la gente (sia quella tradizionalmente moderata che quella protestataria) che ha voluto punire chi governa, in particolare la Dc (adesso che non c'è il pericolo comunista), ma anche chi non ha ancora completato il percorso di rinnovamento e viene concepito come partito tradizionale (Pds). I loro voti sono confluiti nella Lega perché l'unico gruppo in ascesa in grado di far paura alla partitocrazia (che comprende, nell'immaginario collettivo, tutti i partiti tradizionali). Non destano eccessive preoccupazioni le «proposte politiche» della Lega imperniate sul federalismo, la critica ai massiccitrasferimenti pubblici al Sud, la domanda di un maggior ordine.

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