Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 28 - maggio 1992

,P-lJ.BIANCO l.XILROSSO 1i 111 ki 181ill volgimento tanto nel futuro governo che nella necessità di un nuovo e diverso rapporto con il Psi dicendo che si trattava di una «polpetta avvelenata». Così in due sole settimane l'illusione di una nuova unità a sinistra è stata affossata prima ancora che incominciasse concretamente a balenare. Può darsi che l'iniziativa del Psi sia apparsa frettolosa, ma il meno che si possa dire è che il Pds rimane prigioniero di un paradosso incomprensibile: un partito liberato dalle scorie del vecchio Pci, rifondato a costo di una scissione e di un vistoso calo elettorale, proteso alla ricerca di una strada per pesare nel governo del paese alla prima concreta occasione non ha avuto la forza di decidere tra il vecchio ed il nuovo. Ma se la prospettiva di una alleanza paritaria tra partiti riformisti e Dc per governare la transizione in vista della democrazia dell'alternanza risultasse impraticabile la cosa più probabile che potrà capitare, tenuto conto della attuale composizione del Parlamento, è che si torni a votare assai presto. E non per una «astuzia politica», o perché è prevalsa questa o quella riforma elettorale, ma per disperazione. Con una simile rotta gli approdi rischiano davvero di essere poco rassicuranti. Non diventa infatti difficile immaginare che la seconda repubblica non la farebbero i partiti, ma si farebbe, piuttosto, contro i partiti. Di certo contro i partiti riformisti. D'altra parte se i partiti che aspirano ad essere i protagonisti di una politica rifor4 mista non sapessero, o peggio non volessero, promuoverla e sorreggerla con scelte chiare e persuasive diventa arduo pronosticare loro un futuro. Le elezioni hanno messo in evidenza che il sistema politico che ci ha accompagnato per quarantacinque anni non funziona più. Ma anche che il nuovo non esiste ancora. È iniziata una fase incerta di transizione. Le elezioni non hanno detto (né lo potevano con l'attuale sistema politico ed elettorale) cosa si deve fare per il futuro. In compenso hanno detto chiaramente cosa non è più possibile fare d'ora in avanti. Hanno detto alla Dc che è finita l'epoca in cui si poteva governare con qualche battuta di spirito e soprattutto dispensando tranquillanti a spese del bilancio pubblico in cambio di un consenso sempre più esoso. Hanno detto al Pds ed al Psi che se mancasse loro il coraggio per incominciare a costituire e far pesare nella vita politica italiana un polo riformista, non basterebbe che decidessero di fare qualcosa d'altro per salvarsi l'anima e garantirsi una sopravvivenza. Una cosa infatti è certa. Nella situazione che si · è aperta se l'uno o l'altro dei due partiti, o entrambi, si limitassero per implausibili convenienzea enfatizzare scelte inconcludenti, a navigare in bassi fondali lungo una rotta che non porta da nessuna parte, non basterà che pensino di perdonarsi reciprocamente in futuro. Perché da ora sarebbero giustamente ritenuti imperdonabili dal paese.

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