me la Rete o altri rivoli usciti dal filone radicale. E tuttavia non sfuggirà quanto difficile sia questo processo: quale identità costruire, su quali forti caratterizzazioni? Alcuni respingono queste domande: le ideologie sono finite, ben venga l'aggregazione su base minimale, valorizzando le diversità. Io non credo che così si andrebbe molto lontano. I grandi corpi elettorali si disgregano perché viene meno questo elemento forte di appartenenza ed è bene che sia così, perché quell'elemento, quelle ideologie sono state superate dai processi reali. Ma la fine delle ideologie cede il passo alla pura empiria, all'azione senza principi né vecchi né nuovi in cui i gruppi forti di inte- .{)!L BIANCO lXILROSSO IU•#OIOI ressi, di opinioni, bucano come ferri roventi nel burro. Le vicende delle privatizzazioni, dello smantellamento dello stato sociale ne sono esempi chiari: ad un'economia malata di corruzione, all'occupazione dell'economia da parte dei partiti, si sostituiscono scelte senza una linea intelligibile e tanto meno la linea del riformismo e della solidarietà. Ho la presunzione di dire che la «società sostenibile», cioé la proposta politica sull'economia, sull'assetto urbano, sulla riconversione delle produzioni, sullo spalancamento della democrazia al controllo dei cittadini che nasce come risposta coerente alla questione ambientale, la proposta di una società sobria, attenta al bilancio delle risorse e improntata alle solidarietà, ha oggi una globalità sociale che può costituire la base per un'aggregazione su contenuti, che va al di là del mero accordo sul contenitore pulito che appassiona i cultori delle riforme istituzionali. Aggiungo anche che la miopia con cui molti politici - che si battono per il risanamento delle istituzioni e la ricostruzione dell'unità della sinistra - ignorano la svolta epocale cui questo scorcio di secolo ci chiama, è solo lo specchio di quanto tradizionale sia la loro formazione politica. Per parte mia non credo che aggregazioni puramente politiche faranno qualche passo e propongo un terreno su cui la cultura del riformismo e della solidarietà può uscire dalle formulazioni generiche e divenire proposta politica. Unsussultodi responsabilità I I peraprireuncamminonuovo ' E naturale che tanti profondi mutamenti in tutti i campi della vita sociale, economica e politica, che si sono sviluppati nel mondo in un periodo straordinariamente breve, abbiano prodotto interrogativi ed incertezze sulle dinamiche future delle società che naturalmente saranno coinvolte e condizionatedalle trasformazioni e dai rivolgimenti in atto. Tali interrogativi ed incertezze, con le consultazioni elettorali svoltesi in Europa negli ultimi mesi, si accrescono ed i processi politici che si sviluppano appaiono sempre più densi di contraddizioni. Vi sono sintomi di crisi delle istituzioni e della vita democratica e da ciò nascono siaforti spinte ed aspettative di riforma, di rinnovamentoe di evoluzioneche, allo stessotempo,spinte disgreganti, divisioni cordi Agostino Marianetti porative, etniche, regionalistiche e finanche spinte eversive, nuove intolleranze e razzismi. Nel nostro paese, mentre cresce un'aspettativa di rinnovamento e di riforme, si delineano fenomeni negativi e regressivi e si determina una situazione pericolosa di stallo e di logoramento. Con le elezioni del 5 e 6 aprile è giunta alle inevitabili conseguenze la crisi dei partiti storici, il loro invecchiamento, le loro degenerazioni. Tutti i grandi partiti tradizionali sono stati penalizzati: gli spostamenti elettorali negli ultimi tempi sono stati a favore di movimenti o personalità collocate al di fuori del sistema di potere dei partiti storici (Verdi, Leghe, Rete, Pensionati, Segni, Pannella, Giannini). Nella penalizzazione complessiva dei singoli partiti sono state sconfitteanche le formulee le soluzioni,reali od immaginarie, di cui essi erano portatori. E c'è da domandarsi se l'ingovernabi39 lità accentuata che ne consegue non potrà avere o non sta avendo già conseguenze sulle idee e le concezioni tradizionali della democrazia, se insomma non si vada proponendo e preparando una crisi della democrazia e dei sistemi democratici tradizionali. Ma tornando all'attualità ed ai problemi creati dal risultato elettorale il quadro appare il seguente: indebolito è il quadripartito a causa della pesante flessione Dc e nonostante la sostanziale tenuta di Psi, Psdi e Pii. Ancora più lontana l'alternativa alla Dc fondata sull'asse Psi-Pds. I.:alternativafantasma, vale a dire il «Partito che non c'è» l'alleanza scalfariana trasversale Pds-Pri-Rete-Segni-Giannini è stata a sua volta stroncata, prima del nascere, per il crollo del Pds e lo scarso successo conseguente della protesta in doppiopetto di La Malfa e dell'estremismo moralistico di Orlando Cascio.
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