~.tLBIANCO l.XILROS.SO Mii•CiliiW mente interdipendente devono assumere l'Europa e il Mediterraneo. L'una come luogo emblematico in cui sperimentare, senza indulgere in nostalgie eurocentriche, una società aperta e democratica; l'altro come luogo di forti tensioni e di altrettanto forti sfide all'incontro e alla comprensione reciproci. Su tutto ciò l'interdipendenza, ossia la crescente internazionalizzazione dei processi politici, economici, scientifici e culturali, un'interdipendenza da cui discende la coscienza per cui le sorti del pianeta, le relazioni, gli scambi e i conflitti non possono, e non devono, trovare soluzioni chiuse distanti e univoche. Su questi temi il pubblico fucino non ha potuto non apprezzare fra gli altri gli 17 interventi di Max Thurian della comunità di Taizé, di Giampaolo Calchi Novati docente di Storia e Istituzioni dei Paesi afroasiatici di Urbino e di Bernard Cassen docente presso l'Istituto di Studi europei dell'Università di Parigi. A conclusione di intensi giorni di studio ritornano a dare senso a tanto lavoro le parole dell'introduzione della Presidenza Nazionale: «Sentiamo... di porre l'accento sulla fiducia come atteggiamento di fondo della nostra spiritualità ... Non per crearci false sicurezze ... né per leggerezza o scarsa preoccupazione ...», ma perché sappiamo che «... vivere la nostra missione con fiducia, sapendo condividere con ogni altro anche le notti oscure della vicenda umana, è attuazione della Carità».
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