una più diffusa informazione al Sud sul servizio civile e di una maggiore disponibilità ad incentivare il convenzionamento convinti che la testimonianza di obiezione di coscienza in quelle Regioni sia più che significativa, si sono avute piccole risposte parziali da parte del Ministero della Difesa senza alcun riconoscimento formale e sostanziale delle loro richieste. La diffidenza ed i preconcetti nei riguardi di chi sceglie di fare obiezione di coscienza sono invece la costante caratteristica di chi non vuole riconoscere non tanto il primato del servizio civile quanto la sua diversità rispetto il servizio militare. È questo il concetto fondamentale che la riforma approvata ha introdotto. Gli obiettori non sono volontari, anche se per molti di loro è stata ed è la prosecuzione di una BibliotecaGino Bianco ~JJ,BIANCO lXll,ROSSO U.:OMi1\11~11 scelta di volontariato, per molti altri è stato, ed è, semplicemente, considerare più utile un anno in una cooperativa sociale piuttosto che in caserma. Hanno tutti comunque scelto - come recentemente affermava uno di loro - di difendere l'Italia di serie B quella dell'emarginazione, dell'ingiustizia quotidiana, della violenza sull'uomo e sull'ambiente. Niente di eroico. Il dovere dello Stato è allora quello di attivare severi meccanismi di controllo perché il servizio civile risulti veramente utile alla società, dovere degli Enti è attivare progetti di servizio credibili per far crescere anche i giovani meno motivati nella consapevolezza che essere cittadini vuol dire anche rendere migliori le condizioni di vita di tutti coloro che in questo Paese vivono. E questa proposta di solidarietà, perché 50 di questo si tratta, vorremmo che non riguardasse solo i cittadini di sesso maschile dai 18 ai 35 anni. Come gia la Caritas Italiana ha avuto modo di esporre, altre organizzazioni (Federsolidarietà - Arei - Acli) ipotizzano un servizio civile che non coinvolga solo gli obiettori di coscienza ma anche quei centomila giovani che in Italia ogni anno non svolgono nessun servizio né militare né civile, gli esentati, così come gli inabili che vengono privati di un diritto/dovere fondamentale e le donne, al momento magari su base volontaria. Vorremmo quindi un vero Servizio Civile Nazionale perché convinti che la cultura della pace e della solidarità sia l'unica e più costruttiva risposta al bisogno di giustizia proprio della natura umana.
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