Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 26/27 - mar./apr. 1992

.{)-l), BIANCO '-Xli.ROSSO iii)ikUAlill lità umana, una riduzione del suo spessore solidaristico. Fino al punto che la «burocrazia del benessere» si presenta al cittadino come una realtà estranea e spesso ostile. Proprio come gli altri apparati dello Stato. Che lavoratori e movimento riformista in Europa occidentale abbiano saputo tradurre in strutture pubbliche alcune fondamentali rivendicazioni economiche e sociali è, quindi, un progresso al quale non si deve rinunciare. Ma che queste strutture, anche in relazione ai loro costi, producono un trattamento insoddisfacente per le persone è un problema che non può più essere eluso. Quella che va affrontata è perciò la «crisi sociale» dello Stato Sociale. Ci riferiamo, in particolare, al fatto che le persone nel loro rapporto con la burocrazia, con le strutture che gestiscono lo Stato Sociale, vedono troppo spesso contraddetta la loro natura di esseri umani corredati, oltre che di BibliotecaGino Bianco 4 diritti individuali, anche di bisogni collettivi, di radici, di una storia personale, di legami con i propri simili. Crediamo quindi che si debba pensare ad una seria trasformazione dello Stato Sociale attraverso il ricorso alla società civile, al volontariato, alle cooperative di solidarietà sociale. Si tratta in sostanza di «socializzare» lo Stato Sociale attraverso un progressivo inserimento di questi organismi solidaristici. Scelta che, oltre tutto, permette di attuare un indispensabile decentramento ed il coinvolgimento dei cittadini nel suo funzionamento, in modo che esso diventi anche un fattore di coesione sociale. Diventi cioé anche una struttura in cui si organizza, davvero, l'aiuto reciproco. L'auspicio,naturalmente, è che il Parlamento che sarà eletto il 5 e 6 aprile, per la sua composizione, abbia la forza e la capacità di camminare lungo questa strada. .. ·.··, ' ·' ~ ,, ,· , =~~~,~~~~~-~v ,

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