Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 26/27 - mar./apr. 1992

le circa il 50% dei voti. Né è auspicabile un «governissimo»inteso come coacervo di partiti diversi, tutti in vario modo subalterni alla Democrazia Cristiana. Credo sia invece possibile e auspicabile una strategia comune del Psi e del Pds, che sarà possibile adottare se essi otterranno un soddisfacente risultato elettorale (che, per me, significa non scendere al di sotto del 30% come somma dei loro voti). Questa strategia comune dovrebbe comportare, in primo luogo, un accordo tra i due partiti su un programma essenziale di governo che affronti i tre grandi problemi di cui ho parlato, e cioé le riforme istituzionali, la ripresa economica con il risanamento della finanza pubblica e la lotta alla criminalità, da concordare successivamente con gli altri partiti laici, a cominciare dal Partito Repubblicano. Poi, sulla base di questo programma, la trattativa con la Democrazia Cristiana per definire la composizione di un governo a presidenza socialista e con la diretta partecipazione di ministri designati dal Pds. Questa strategia consente la formazione di un governo stabile e rappresentativo ed .P-ll BIANCO l.XII.ROSSO lit0$01Ai è nell'interesse dei due maggiori partiti della sinistra. La scelta di Craxi di un governo con la Dc è stata una scelta realistica, ma parziale. È infatti prevedibile che l'attuale quadripartito arrivi a malapena alla maggioranza e sia quindi destinato a costituire una coalizione debole e precaria, inadatta a compiere scelte politiche gravi e difficili come quelle che ci attendono. In questa situazione, sarebbe nell'interesse della Dc, da un lato, governare con il Psi e, dall'altro, fare le riforme istituzionali con il Pds, dividendo ulteriormente la sinistra e riacquistando la centralità che aveva perso in questi anni. Ma questo non gioverebbe né al Pds che rimarrebbe escluso dal governo, né al Psi che rischierebbe l'isolamento sulle riforme istituzionali. Il Psi deve quindi mirare alla presidenza del consiglio, proponendo tuttaviaCraxi come presidente espresso da una coalizione di forze riformiste, socialiste e laiche, e non come alleato subalterno della Dc. Una coalizione del tipo proposto non è da confondere con il «governissimo»di cui si è parlato negli scorsi mesi. È infatti il risultato della collaborazione temporanea tra il polo riformista e il polo moderato; collaborazione necessaria per riformare le istituzioni, risanare l'economia e combattere la criminalità, ma limitata nel tempo, perché a questa ampia coalizione dovrà seguire finalmente l'alternanza di governo tra le due principali componenti, riformistae moderata, del sistema politico italiano. È chiaro inoltre che questa strategia comune dei due maggiori partiti della sinistra non sarebbe gradita alla Dc, e in particolare alla sinistra democristiana, perché ne riduce il potere e appiattisce questo partito su una posizione moderata. Ma di fronte a una scelta decisa del Psi e del Pds, penso che la Dc non avrebbe molta scelta: o accettare questa coalizione o aumentare l'ingovernabilità del sistema. Gli ostacoli alla realizzazione di questo scenario non provengono tuttavia solo dalla Dc, ma anche dalla sinistra: Pds e Psi sono tuttora divisi da sospetti, rancori e incomprensioni, oltre che da più comprensibili rivalità elettorali. Dobbiamo impegnarci a superare queste divisioni per un migliore governo del paese e per una credibile sinistra di governo. Ripensarel'ideadi sinistra. Il resto è fintapolitica p robabilmente prima di disquisire su ciò che sia sinistra di governo, e sinistra di opposizione, bisogna fare uno sforzo per capire che cosa oggi sia o possa essere, una posizione di sinistra. Se non si parte da quest'operazione tanto umile quanto necessaria si può persino concorrere ad alimentare il polverone, con l'unico risultato di autoaccreditare come di sinistra la posizione propria. Un'autocertificazione che lascia il tempo che trova. Che cosa è sinistra, dov'è la sinistra? Nel BibliotecaGino Bianco di Domenico Rosati suo messaggio taciuto di capodanno il Presidente della Repubblica dice, con riferimento all'Est, che oggi è di sinistra quel che era di destra. Vale anche per l'Europa? È cosi che vanno interpretate le categorie di progresso e conservazione che lo stessoCossiga definisce quando si autocandida a guida di uno dei due schieramenti? Sinistra riformista europea? Se ne può parlare anche se le espressioni in cui si incarna e le bandiere che agita erano, fino a ieri, classificate come dislocate sull'opposto versante, almeno in Italia? Presidenzialismo, seconda repubblica: due formule re34 dente. Ci si può accontentare? Personalmente, poi, entro in sospetto quando agli approdi descritti si arriva per un itinerario che, in definitiva, ricompone alla luce dei tempi nuovi l'intero mosaico della storia, con il risultato di renderla inspiegabile. Questa maschera della compresenza nella vicenda italiana della «conventio ad excludendum» e della «conventioad consociandum» rispetto al Pci può essere uno stimolo accattivante, ma non dà conto di una complessità ed anche di una ricchezza che non vanno soppresse. Il miracolo della democrazia italiana sta proprio

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