Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 26/27 - mar./apr. 1992

quant'altro ancora puntano alla legittimazione politica in Parlamento. E se questo dovesse accadere, oltre ai danni immaginabili che si produrrebbero per le Istituzioni, l'economia, resta il fatto che dovremo convivere con una frammentazione della rappresentanza politica che presenta non poche similitudini al «caso» polacco. Il Paese, al contrario, ha bisogno di tutt'altro. Ha bisogno invece di un Parlamento che sappia legiferare con oculatezza e con maggioranze chiare e riconoscibili; un Esecutivostabile ed autorevole sul piano interno come su quello internazionale che sappia affrontare con realismo i problemi che soffocano la possibilità di una ripresa economica, rimuovendo ostacoli ed iniquità profonde. .P.lt BIANCO l.XltROSSO i•Xi@iiMil Come Socialisti abbiamo scelto la strada che consideriamo la più utile per il Paese e per i cittadini. Naturalmente non abbiamo disconosciuto una vocazione al cambiamento, nè vi abbiamo rinunciato. Tuttavia riscontriamo il fatto che quando lanciammo l'idea dell'Unità Socialista intesa non come mera sovrapposizione di formule o di aggregati di bandiera, ma come processo di riunificazione graduale ma decisa di tutte quelle forze socialiste, riformiste, democratiche e liberali, ci è stato risposto in maniera sprezzante o non ci è stato risposto affatto. È nostra convinzione che si debba proseguire nella ricerca dell'Unità Socialista «possibile»e tuttavia sappiamo bene che, almeno ad oggi, non ve ne sono le condizioni né - evidentemente - le vocazioni. Nel frattempo non si può rinunciare ad assicurare al Paese un clima di stabilità che possa favorire una ripresa ed un riequilibrio dei conti economici, una espansione della ricchezza. Se ciò non fosse si finirebbe con il favorire l'azione di tanti piccoli e sparsi lanciatori di fionda che - anche se da postazioni diverse - finirebbero puntualmente con il mandare in frantumi le finestre ancora integre, forse convinti - così facendo - di impedire o compromettere l'avvio di un serio, attento, graduale ed efficace restauro dell'edificio Italia, ed utilizzando così il malcontento generale per dimostrare l'indispensabilità del proprio ruolo. Di risanamento, in ogni caso, vi è davvero bisogno; e ce n'é bisogno ora, non domani. Perle riforme:superare ladivisionea sinistra a prossima legislatura dovrà af- L frontare e auspicabilmente risolvere il problema chiave delle riforme istituzionali, perseguendo quattro obiettivi prioritari: primo, il rafforzamento del potere esecutivo, con l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, o con l'istituzione di un primo ministro forte, soloresponsabile di fronte al Parlamento che lo elegge, sul tipo del cancelliere tedesco, o con una combinazione di questi due istituti. Secondo, il decentramento del processo di governo instaurando un vero e proprio stato federale, in cui le regioni, le provincie,i comuni, le città metropolitane, abbiano reali poteri decisionali e autonomia impositiva. Terzo,una riforma della legge elettorale che consenta la creazione di due schieramenti contrapposti prima delle elezioni BibliotecaGinoBianco di AlbertoMartinelli (con eventuale premio di maggioranza per la coalizione che abbia ottenuto più del 50% dei voti) per garantire governi stabili e duraturi. Quarto, il miglioramento della funzionalità del Parlamento, semplificando il lavoro delle due Camere, dividendo il lavoro tra di esse, utilizzando più di adesso la corsia preferenziale per le leggi ritenute prioritarie dalla maggioranza ecc. Se non si attua questo insieme di riforme secondo modalità che possono variare a seconda del necessario compromesso istituzionale tra i partiti, ma senza perdere di vista gli obiettivi che ho elencato, la nostra democrazia rappresentativa continuerà ad essere una democrazia malata e anzi si aggraveranno la frammentazione del sistema partìtico, le critiche qualunquistiche, il populismo demagogico, e il malgoverno. Ma le riforme istituzionali sono solo la condizione necessaria per la governabili33 tà. Il programma del nuovo governo dovrà quindi indicare anche gli altri obiettivi prioritari e i tempi, i modi e le risorse per realizzarli. Oltre alle riforme istituzionali, gli obiettivi prioritari sono essenzialmente due e corrispondono alle fondamentali esigenze di sicurezza e di benessere dei cittadini: il primo è la ripresa economica e il risanamento della finanza pubblica, per consentirci di continuare il cammino verso l'unità europea. Il secondo obiettivo è la lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione diffusa che hanno superato ormai i limiti compatibili con lo sviluppo di una società democratica. Per attuare politiche capaci di realizzare questi obiettivi assai impegnativi è necessario un governo stabile, rappresentativo e duraturo, che possa prendere anche decisioni «impopolari». Tale governo non potrà essere garantito dall'attuale quadripartito, se esso otterrà, come è prevedibi-

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