~JLBIANCO l.XILROSSO Milkliiill rende conto che essi tutti insieme, non si verificano certamente nella Dc, in questa Dc che ha avuto bisogno di garanti della moralità dei candidati, che tuttavia non sono mai entrati in azione e non pare abbiano escluso nessuno. Pare, amaramente, che dalle liste Dc gli unici criteri di esclusione siano le dimissioni, spontanee o meno, e l'arrivo della morte, per età o talora, come in questo momento in cui scrivo, per azione di un killer di qualche mafia... Conclusione minima: della libertà della fede, e della Chiesa. Non credo di poter concludere altrimenti, questo lungo itinerario, che ricordandolo tutto, e chiedendo al paziente lettore di andare a ripercorrerlo, per capire bene quanto ho scritto, per non intendere queste righe solo come un discorso contro la Dc. Nella puntata precedente ho messo infatti in fila tutti i cambiamenti che debbono essere presi in considerazione da quei partiti non Dc che vogliano meritare il voto, ora e in futuro, anche di cittadini cattolici e che tali vogliono restare con sincerità e con onore. Nel complessQun discorso impegnativo, questo, per tutti, con la preoccupazione principale che posso avanzare in conclusione in due rilievi, il priBibliotecaGinoBianco 23 mo di carattere politico, e il secondo di carattere ecclesiale, cui personalmente tengo ben più che al primo. Dunque: la considerazione di carattere politico ribadisce che sarebbe ingiusto, e fuorviante, che i partiti non Dc cercassero «alibi», dopo un eventuale insuccesso del 5 aprile, e ciò vale soprattutto per il Psi e per il Pds, che dovranno pur essere, un giorno, il nucleo attorno a cui si costruirà questa nostra agognata alternanza. Se le cose saranno andate male, a sinistra, non sarà principalmente per colpa dei vescovi e dei loro insistiti pronunciamenti, ma per incapacità politica dei partiti stessi, per una rivalità che diventa controproducente e incomprensibile, per il non voler prendere atto, da parte del Pds, che la storia ha avuto una svolta netta, e che il socialismo democratico e riformista ha avuto il merito di anticiparla e di esserne autore. Segue, ben più importante per me, la considerazione conclusiva di carattere ecclesiale, che sintetizzo con quella esortazione di Pio XII: «Nonabbassiamo la fede, e la Chiesa al medesimo piano in cui si dibattono i conflitti di interesse temporali». Era il senso, amaro e provocatorio, del titolo che ho dato a questa ultima puntata. Lo resta.
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