Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 26/27 - mar./apr. 1992

~JLBIANCO lXILROSSO Kililiiid Pepponneon c'è più. EdonCamillanoncambia(?IV 0 ) Un lungo percorso, quello fatto finora, in questa rivisitazione della storia e delle motivazioni dell'impegno politico dei cattolici italiani, che ha preso origine a fine '91 dalla riproposizione, da parte della Cei, della cosiddetta «unità politica» dei cattolici italiani. C'era, nel richiamo del cardinale Ruini, neo presidente della Cei, un evidente riferimento alle elezioni politiche, che allora apparivano probabili, e che ora, mentre scrivo queste note sul tema, alla quarta e conclusiva puntata, sono imminenti al punto tale che forse il lettore si troverà di fronte a queste righe già ad elezioni avvenute, e risultati conosciuti. Poco male. Il ritornello del dovere di non disperdersi nella pratica e nella testimonianza dei valori cristiani ed umani che costituiscono la base della identità cristiana e cattolica, immiserito ad appello elettoralistico per un partito solo, che nelle sue vicende ha incarnato il meglio, in parte, ma anche il peggio delle vicende italiane, è un segno del ritardo in cui come cattolici italiani, anche in questo campo, ci troviamo a vivere. Ho già ribadito che nessuna legge vigente impedisce ai vescovi italiani, e a tutti i membri del clero e della comunità ecclesiale come tale, di pronunciarsi anche politicamente ed elettoralmente. Ogni pretesa laicista di far tacere gli uomini di Chiesa è errata e controproducente. E tuttavia la storia di questi 45 anni di politica post-bellica non ha solo dimostrato che anche grazie allapresenza dei cattolici e della Chiesa sono stati risparmiati all'Italia lutti e sventure che hanno toccato altri popoli europei. grazie alla vittoria del comunismo ateo e totalitario, ma anche, e questo diventa dirimente al giorno d'oggi, che l'identificazione della Chiesa e dei cattolici con un solopartito e con il suo sistema di potere, ha allontanato tanta gente dall'ascolto del Vangelo, ed ha contribuito a impoverire tanti delle ricchezze pur contenute nel patrimonio cristiano. Perciò, dopo aver trattatole origini della storia dell'impegno politico dei cattolici, dagli inizi del secolo (n.23), dopo aver esaminato i cambiamenti dottrinali che si sono succeduti nella Chiesa cattolica, e queli epocali verificatisi nel mondo intero, con la fine delle ideologie totalitarie, e aver annotato le vicende ondeggianti degli atteggiamenti del mondo cattolico nei confronti del tema dell'unità politica, con il sorgere di una specie di «nuovo collateralismo» (n. 24), e dopo aver visto quali grandi cambiamenti, inderogabili, debbono intervenire nei partiti non Dc, posto che essi vogliano conquistarsi anche il consenso di quei cittadini italiani che sono davvero cattolici, e tali vogliono restare, pur rifiutando per tante ragioni storiche e morali la scelta democristiana (n. 25), in questa ultima riflessione mi pare il caso di riflettere conclusivamente sugli effetti che la scelta obbligata della Dc ha prodotto anche nella Chiesa cattolica e sul problema della «questione morale» che il rapporto concreto tra coscienza cristiana e politica deve necessaria mente affrontare. (G.G.) 14 BibliotecaGinoBianco

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