~-lLBIANCO lXltROSSO iliiili•id esempio altri operatori sanitari o lo stesso Tribunale, perché si provveda in qualche modo a riparare il torto. C'è quindi da pensare che le situazioni affrontate dalla sentenza siano molto più diffuse di quello che si crede, anche se è necessario sottolineare, sempre a detta del Rapporto, che i cittadini in genere hanno un'alta considerazione delle qualità tecniche e della professionalità dei medici. Questi dati mettono in luce il fatto che, a differenza di quanto hanno affermato i rappresentanti dei medici nei giornali, non esistono preconcetti o manifestazioni di sfiducia nei confronti del loro ruolo. Anzi sono molti i casi in cui il cittadino magari denuncia quanto gli è accaduto, perché la pubblicità della sua situazione serva ad evitare che gli stessi episodi si ripetano per altri, ma poi rinuncia ad andare avanti, anche perché poco interessato alla punizione del colpevole. Se usa la magistratura, significa veramente che si è superato il segno! In conclusione: non c'è motivoda parte dei medici di scaldarsi tanto e di urlare allo scandalo. Sarebbe più utile per loro innanzitutto leggersi con attenzione la sentenza senza parlare per sentito dire, e poi prendere sul serio e con senso di responsabilità la propria professione, perché i cittadini chiedono ai medici solamente di compiere con coscienza il proprio dovere. Case:lo Statovende? Nonsiaunamanovraperi furbi di Carlo Pignocco i fa un gran parlare, in queste settimane, della S norma - introdotta in una delle leggi di accompagnamento alla Finanziaria '92 - che prevede la possibilità di vendita degh alloggi diedilizia pubblica di proprietà di Iacp, Comuni, demanio statale. Da un lato si può osservare che questa misura consente agli enti gestori di ricavare risorse che possono essere positivamente destinate alla produzione di nuovi alloggi o a programmi di manutenzione di quelli esistenti; e che viene incontro alla richiesta, diffusa, di riscatto da parte degli assegnatari. Ma all'opposto, non si può fare a meno di rilevare la mancanza di un programma organico e strategico per la riqualificazione e l'estensione del patrimonio pubblico e per la riforma degli enti gestori; programma all'interno del quale, correttamente, si protrebbe inserire l'ipotesi di cessione - limitata, definita, ben regolata - di quote del patrimonio. E l'assenza di questo disegno strategico ci fa dire che la vendita rappresenta una misura parziale disorganica, miope. BibliotecaGino Bianco 10 Ma c'è di più: il patrimonio di edilizia pubblica in Italia è già ai livelli europei mentre, per tragica e non causale contraddizione, la tensione abitativa e le distorsioni di un mercato non adeguatamente controllato sono fortissime. Infine, gli alloggi pubblici sono stati finanziati in misura maggioritaria dai lavoratori dipendenti attraverso al contribuzione ex Gescal: un contributo di solidarietà che può essere giustificato solo se serve a soddisfare un bisogno primario, la casa, per quei soggetti che non possono accedere al mercato privato. Si possono quindi, legittimamente, porre alcuni interrogativi: è saggio ridurre un patrimonio pubblico già così esiguo? È giusto favorire alcuni privilegiati - coloro che potranno acquistare - a danno di centinaia di migliaia di famiglie che richiedono un alloggio; e per di più utilizzando la solidarietà del lavoro dipendente? È accettabile prevedere che le legittime aspirazioni degli assegnatari di acquisire la proprietà dell'alloggio siano «pagate» con l'aggravarsi della condizione economica e abitativa, con il trau-
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