Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 25 - febbraio 1992

ressi dei paesi europei limitrofi.Ma, essendosi sempre occupati della Jugoslavia incidentalmente, senza una comprensione e attenzione sufficiente per i problemi del sud degli slavi e di altre nazionalità di questo paese balcanico, seguendo interessi parziali di paesi coinvolti nelle decisioni, gli interventi esterni sono stati di rado appropriati e di successo. D'altro canto, a causa del peso dovuto alle differenze già descritte, le nazioni costituenti la Jugoslavia non sono mai state capaci di risolvere le loro dispute da sole. Per questo i balcani, e la Jugoslavia in particolare, sono stati correttamente chiamati la polveriera d'Europa. Eciò fornisce anche una immagine precisa di quanto sta avvenendo oggi in Jugoslavia. Dopo la seconda guerra mondiale l'Europa abbracciò la Jugoslavia dopo il suo conflitto con l'Unione Sovietica e dando aiuto economico ma per un tempo molto breve. In realtà la Jugoslavia non è mai divenuta parte dell'Europa agli occhi dell'Europa occidentale. Ciò è stato un caso tipico di marginalizzazione. Qualche aiuto venne concepito con accordi generici tra la Cee e la Jugoslavia nel 1981(se realizzati in pieno avrebbero portato al paese circa 500 milioni di Usd per anno, ma non vennero mai realizzati e l'aiuto di meno del 1 % del Pnl per anno non è molto significativo).Dunque, qualche accordo di cooperazione venne raggiunto tra l'Eftae la Jugoslavia (Dichiarazione di Bergen, 1984) ma senza importanti conseguenRlferlmentl bibliografici Jambrek, P. 1989, HumanRights in a MultiethnicState: The Case of Jugoslavia, mimeograph Pravna fakulteta, Ljubljana, pp. 1-31. Jugoslavia, Statistica! Survey, N. 5, NBY, Belgrade, March 1991. Mrak, M. (ed) 1990, Financial System and Policies in Jugoslavia, Report for UNCTAD,Ljubljana, July, pp. 1-101. SIV BibliotecaGino Bianco .P!l,BIA~O '-Xli.ROSSO lll■RHlliiMttiMU•i ze sociali o economiche. La Jugoslavia non è mai stata accettata nel Consiglio d'Europa, quando una tale ammissione avrebbe potuto rendere più facile la soluzione dei suoi conflitti interni. La formazione in corso del mercato interno europeo avrà conseguenze negative su tutti i paesi vicini ma fuori della Comunità, membri della più ampia Europa, e la Jugoslavia non fa eccezione. Se la Cee diverrà una «fortezza Europa», come alcuni temono, l'avvicinarsi dei paesi extracomunitari del Mediterraneo ai suoi mercati sarà molto più difficile. Gli effetti di diversione del commercio avrà effetti negativi per le nazioni jugoslave. Per i loro stati significherà il peggioramento dei rapporti commerciali di scambio, calo della produzione e dell'occupazione. Leconomia di scala a vantaggio dei membri della Cee sarà a svantaggio di paesi europei marginalizzati come la Jugoslavia. Nell'ottobre 1991, la firma dell'accordo tra la Cee e l'Efta che dà vita all'Area Economica Europea, rappresenta un miglioramento della posizione economica degli stati membri e un peggioramento della posizione economica degli stati non membri come la Jugoslavia. Come membro dell'Area Economica Europea, e non ai suoi margini, la Jugoslavia non sarebbe più un problema di così difficile soluzione. Esisterebbe una base legale per intervenire nella presente situazione di guerra e questo intervento, con una sorveglianza permanente, è probabilmente la sola soluzione possibile. Le sanzioni 1991,Odlok o skupnih ciljih monetarne politike in projekcija placilne bilance, Beograd, Statisticki Godisnjiak Jugoslavije, SZS, Beograd, 1990. Stiblar, F. 1991, Federa}Units in Jugoslavia, Report to ECDirectorium, WIIW, Vienna, August, pp. 1-10. 1991, ExternalIndebtedness of Jugoslavia and itsFederaiUnits, WIIW, Forshungsberichte N. 175,Vienna, September, pp. 1-22. 72 economiche proposte e tentate sono inefficienti nel breve periodo e incapaci di fermare la guerra. Esse influenzerebbero di più la popolazione che gli eserciti e le frazioni che si fronteggiano. L'embargo sulla vendita delle armi è una buona ma insufficiente soluzione (se è la sola misura presa), poiché non c'è equilibrio nell'armamento delle parti in conflitto in Jugoslavia che potrebbe portare alla pace come risultato di eguale forza tra le parti a confronto. Invece, dà la possibilità alla parte militarmente più forte di conquistare più territorio attaccando la parte avversa meno armata. La parte centrale dell'Europa deve prima o poi (meglio prima) impegnarsi in pieno nel processo per la soluzione della crisi Jugoslavia. Non per ragioni di altruismo ma per ragioni di interesse proprio. I;Europa ha bisogno di sicurezza e pace ai suoi confini per la sua economia e prosperità sociale. È chiaro che il processo di riforma in Unione Sovietica e nell'Europa orientale sarà per un lungo periodo fonte permanente di instabilità (economica e nazionale). L'approccio giusto per risolvere la crisi Jugoslavia (consentendo movimenti indipendentisti e autonomi per ogni nazione, mantenendo la pace con sorveglianza militare e aiutando con aiuti economici) potrebbe divenire l'esempio per risolvere simili (anche se forse non così acuti) problemi in altri paesi marginalizzati dell'Europa che, senza dubbio, appariranno nel prossimo futuro o sono già apparsi. l.ajc, K. 1991, East Europe Approach to European Community and to Other West European Associations, Project Report, Pravna fakulteta, Ljubljana, Aprii, pp. 1-33. Zgodovina 1983, (-1990) l, 2, 3, 4, Drzavna zalozba Slovenije, Ljubljiana. I ]ambrek, 1989. 2 Jambrek, 1989.

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