degli errori maggiori commessi fu quello di dare inizio al modello di «terapia d'urto» suggerito da JeffreySach, in un momento in cui le condizioni per il suo successo erano assenti. Questo modello aveva trovato una più fortunata applicazione in economie private con una struttura di mercato già sviluppata. In ogni caso avrebbe richiesto un vasto consenso ottenibile o in presenza di un regime totalitario o, alternativamente, con il raggiungimento di un vasto consenso sociale nel paese. Nessuna delle due condizioni si verificò in Jugoslavia. Perciò non sorprende che questo programma, dopo aver ottenuto un certo successo nel periodo transitorio, va incontro al fallimento finale. Mediante il suo impegno politico (cercando di formare un suo proprio partito) Markovic accelerò il collasso del programma di stabilizzazione perdendo completamente di credibilità tra le nazioni jugoslave. Forse, in presenza di una economia più sana, il governo di Markovic avrebbe avuto qualche possibilità di conservare sufficiente credibilità tra i cittadini da poter condurre una trasformazione pacifica della «Seconda Jugoslavia». 3.2. Le semprepresentidisparitàeconomiche tra le unità federali Le disparità economiche e demografiche tra le unità federali jugoslave sono sempre state enormi. Il rapporto più estremo è quello tra la Slovenia e Cossovo, di 7:1 nel Pnl pro-capite, e di 1:10nel tasso naturale di crescita della popolazione. La conclusione rilevante di tutto ciò è che solo per conservare l'attuale distanza assoluta tra i due, nel caso di una ulteriore crescita moderata del Pnl in Slovenia,Cossovodovrebbe raggiungere un tasso di crescita del Pnl al di sopra di ogni limite realistico. Malgrado una sensibile redistribuzione del reddito e una riallocazione permanente delle risorse (attraverso il Fondo federale per le regioni meno sviluppate al quale tutte le unità partecipano con 1'1,5%-2% del loro Pnl; sovvenzioniattraverso il bilancio federale, di cui 1/4viene devoluto a questi scopi; crediti diretti concessi dalla Banca centrale) che rendono possibile che la differenzatra gli indicatori degli standard sociali e delle differenze salariali non ecceda mai il rapporto 1:3, le differenze nei loro livellidi sviluppo economico (soprattutto nella produttività) non sono diminuite du- .P.tJ, BIAI\CO '-Xli.ROSSO IN i■RniliiiijtiMit•I rante i 45 anni. Di fatto va considerato un successo che, per le circostanze ricordate, queste differenze non sono aumentate sostanzialmente nel periodo in esame. Per ragioni di imparzialità va sottolineato che il sistema di mercato relativamente chiuso (forti tasse all'importazione), con restrizioni più nel mercato dei beni primari, ha probabilmente agito in favore dei produttori di beni finali nelle unità federali più sviluppate offrendogli rapporti di scambio relativamente favorevoli.Per concludere, non c'è mezzo sicuro per calcolare chi sfrutta chi nel paese. Non sorprende perciò che tutte le unità federali hanno alla fine denunciato contemporaneamente di venire sfruttate dalla federazione. La Tabella 2 illustra alcune delle differenze recenti tra le unità federali jugoslave. Secondo dati di fonte ufficiale jugoslava, l'economia di Montenegro è la più aperta al mondo (turismo e trasporti), mentre la Macedonia e la Serbia con le sue provincie, sono le meno aperte. Montenegro ha la quota più grande di vendite a altre unità federali, seguito da Voivodina (agricoltura), Serbia e Macedonia. Le meno collegate al resto della Jugoslavia sono la Croazia, Cossovo, Slovenia e Bosnia e Erzegovina. Secondo i criteri della Banca Mondiale l'unità maggiormente indebitata all'estero è Cossovo, un indebitamento moderato si registra in Serbia, Bosnia e Erzegovina, Macedonia e MonteT ab. 1. - l andamento dell'economia Jugoslava nel 1972-1989 anni PSL IFL PC BC BP DE SR TD IPG 1972 4,3 3,1 16 -0,97 0,42 3,6 0,7 7,0 4,2 1973 4,9 2,2 19 -1,46 0,49 4,27 -4,5 8,1 8,3 1974 8,5 9,1 26 -3,43 -1,18 4,77 5,6 9,0 7,4 1975 3,6 9,7 26 -3,59 -1,00 5,89 -1,2 10,2 7,4 1976 3,9 8,2 9 -2,48 0,17 7,00 4,5 11,4 8,3 1977 8,0 9,5 13 -3,84 -1,58 8,41 1,9 11,9 9,6 1978 6,9 10,5 13 -4,18 -1,26 10,47 7,3 12,0 10,4 1979 7,0 6,4 22 -6,57 -3,66 13,46 -1,7 11,9 11,8 1980 2,3 -5,9 30 -5,67 -2,29 17,33 -11,7 11,9 10,9 1981 1,4 -9,8 46 -5,31 -0,75 19,53 -4,5 11,9 9,4 1982 0,5 ~5,5 30 -3,78 -0,46 18,73 -3,9 12,4 8,5 1983 -1,3 -9,7 38 -2,2 19,60 -12,1 12,8 9,4 1984 2,0 -9,7 55 -1,7 0,79 19,60 -5,9 13,3 9,7 1985 0,5 -3,7 77 -1,6 0,27 18,20 3,7 13,8 8,6 1986 3,6 3,5 91 -2,0 0,25 19,20 12,6 14,1 10,8 1987 -1,0 -3,9 118 -1,1 1,10 20,50 -6,7 13,6 10,9 1988 -1,6 -3,0 199 -0,6 2,20 18,80 -8,0 14,1 12,1 1989 -2,0 -28,8 1256 -1,5 2,01 17,50 6,2 14,9 11,7 1990 -7,5 -19,0 587 -4,67 -266 16,54 -15,8 16,0 12,0 199le -15,0 -30,0 75 -3,20 -1,09 -11,3 18,0 (11,0) PSP=prodotto sociale lordo. IFL= investimenti fissi lordi. PC=prezzi al consumo, media annua. BC=bilancia commerciale, convertibile (in miliardi USD). BPC=convertibile (in miliardi USD). DE=debito estero nell'area convertibile (in miliardi USD). S = salari reali. TD=tasso di disoccupazione. IPG=importazione petrolio grezzo (milioni di tons). e=previsione stimata. Fonte: Dati da fonti diverse. 70 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==