Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 25 - febbraio 1992

i.).tJ. BIANCO l.Xll.ROS&> liti#iiliW Ilvolontariaetola societàopulenta l. Brevi cenni su alcune caratteristiche di fondo della «societàopulenta» Il modello economico e sociale prevalente nei paesi dell'Occidente industrializzato viene in genere definito come quello della «società opulenta». I tratti costitutivi di esso possono essere riferiti sia al sistema produttivo di beni e servizi che alla organizzazione sociale. Per quanto riguarda il sistema produttivo, la caratteristica dominante è quella della priorità dei consumi individuali. Anche in presenza di forti tassi di spesa pubblica, in quei paesi sono i consumi individuali quelli decisivi per la composizione della struttura produttiva, e per la «cultura economica»prevalente. Dopo le crisi storiche dei primi anni del secolo, la parola d'ordine su cui fondare l'assetto economico è stata «garantire anzitutto i consumi». Dalpunto di vista dell'organizzazione sociale la combinazione dell'economia di mercato e della concezione liberaldemocratica nella sfera politica ha generato la cosiddetta«societàcomplessa», definita soprattuttodai due fenomeni della forte crescita(anche numerica) dei soggetti sociali, (con il connesso aumento esponenziale delle transazioni fra gli stessi) e dell'effetto moltiplicativo, quantitativo ma anche «qualitativo»dovuto all'impatto sul tessuto economico-socialedelle tecnologie informatichee telematiche. 2. Lerispostedel sistemapolitico-amministrativo Le forti sollecitazioni prima richiamate, chepercorrono le società industrializzate, induconodue tipi di risposte da parte del sistemapolitico-amministrativo: - La crescita di «autoreferenzialità» di tale sistema. Si tratta della tendenza ben nota,indagata soprattutto da Luhman, sedi Maria Vittoria Magli condo la quale le strutture politiche e amministrative che governano le società complesse, di fronte ad un ambiente esterno percepito come turbolento e minaccioso, mettono in atto procedure, comportamenti, canali di acquisizione e di gestione del consenso, capaci di garantire la loro sopravvivenza senza una effettivacompromissione con le domande che provengono da tale ambiente. - La ricerca di un «supplemento di soggettività» che immetta nei circuiti politici e amministrativi le sollecitazioni dell'ambiente, accetti quindi come utile e necessario il confronto con esso, e ne definisca le priorità. 3. Il ruolodel volontariatonellasocietà opulenta Lo sviluppo delle esperienze di volontariato nelle società industriali ad economia di mercato è figlio della seconda linea di fondo ora accennata. Il fiorire di tali esperienze, ed il mantenimento da parte loro di una forte carica motivazionale, ma non distruttrice o eversiva, si spiega, a mio parere, proprio con la necessità, percepita dai volontari come inderogabile e urgente, di arricchire le procedure ed i comportamenti «autoreferenziali» delle strutture politicoamministrative con comportamenti personali e di gruppo fortemente aderenti al «qui ed ora» cioè fedeli alle esigenze di intervento che provengono dagli squilibri, dalle infedeltà relative all'ordine etico e a quello della giustizia distributiva, di cui sono purtroppo disseminate le nostre «società dei due terzi». Non è un caso infatti che i terreni prioritari di intervento del volontariato sono proprio quelli in cui più forte è la spinta verso l'altra priorità, cioè quella dell'autoreferenzialità. Basti pensare alle diffuse 55 BibliotecaGino Bianco esperienze sul terreno dei servizi pubblici (nel quale persiste una cultura ed una pratica che nega la soggettività dei cittadini di fronte alla Pubblica Amministrazione). La sfida del volontariato perciò non si limita-alla sollecitazione, certo molto incisiva, di comportamenti pratici dei singoli ispirati ai valori dell'aiuto disinteressato nei confronti di chi vive situazioni di deprivazione o disagio sociale. Essa assume altresì una grande valenza culturale, decisiva per l'assetto generale della «società opulenta». È soprattutto su questo terreno che si giocherà l'esito finale, perché altrimenti resterebbe solo un grande insegnamento di generosità e di «gratuità» nei rapporti interpersonali, che rischierebbe di svolgere azioni di supplenza senza determinare i veri cambiamenti necessari ad una società più giusta ma soprattutto più umana. 4. Il «sensovitale»dell'esperienzadi volontariato Infatti, in questa nostra società, che sembra saturare i bisogni, ma che, in modo speculare, non è ingrado di affrontare adeguatamente quelli più profondi della persona, che posto occupa la solidarietà? Per cercare risposte, è necessario compiere, sia pur schematicamente, un percorso che aiuti a guardare l'uomo dal di dentro. l,;uomoè infatticonnotato nel suo esistere da alcuni elementi peculiari. La comunicazione, verbale e non verbale, come espressione del rapporto ineliminabile che lega la persona all'altra persona, è uno di questi elementi. Di più, attraverso la comunicazione, l'essere umano risponde ad un bisogno primario: il bisogno di riconoscimento. Esso non è soddisfacibile attraverso «cose», ma esclusivamente attraverso l'essere o, meglio, attraverso l'essere in relazione

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