Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 25 - febbraio 1992

segno di politica sociale forte, non una tantum, ma, articolato, aggressivo che coinvolga allo stesso modo le categorie professionali e le strutture confederali. In questi anni abbiamo lavorato in tali direzioni non temendo il confronto e tentando elaborazioni nuove, raccogliendo le migliori esperienze, senza ignorare i problemi di una linea così difficile e ambiziosa, che ha come riferimento una solidarietà viva e che attraverso strumenti adeguati mobiliti il meglio delle nostre risorse umane, culturali e politiche. Per un impegno non episodico del sindacato in questa direzione occorre una forte motivazione etica e politica, robusti anticorpi che lo difendano dalle cadute burocratiche e dalle rincorse corporative e assistenziali dalle quali nessuno è immune per sempre. In questo contesto il sindacato deve saper restare giovane, sensibile, capace di ascolto e di dialogo con i mondi vitali, con le realtà giovanili, non essere estraneo ai loro processi, ai loro valori, alle loro speranze, e anche conoscere i loro giudizi sul sindacato, sul suo modo di far politica e sui propri obiettivi. Con la consapevolezza dello spessore dei suoiproblemi e delle difficoltà occorre ricercare il confronto col volontariato, anche se si rivelasse un confronto scomodo, difficile, bruciante. Tuttoquesto aumenta la possibilità per il sindacato di non invecchiare, di rifiutare la rassegnazione e l'abitudine e la presunzione di incrollabili certezze che rendonodifficili il dialogo e la comunicazionecon altre autonomie, altre identità, altri «specifici»politici ed etici. La pretesa di autosufficienzalo porta alla incomprensione,allaestraneazione e all'isolamento dalla complessità del sociale. Quando ci si pone l'obiettivo di costruire un rapporto forte tra sindacato e volontariato per un'azione sinergica nel sociale, capace di garantire i diritti di cittadinanza a tutti, in particolare a coloro cui sono negali, si è chiamati ad analizzare con coraggioi punti deboli della strategia sindacale e le sue carenze organizzative. Siamoanche consapevoli che il volontariato,nel momento in cui denuncia situazioniche ostacolano l'esercizio dei diritti di cittadinanza, può riscontrare anche responsabilità di singoli lavoratori dipendenBibliotecaGino Bianco ~.li.BIANCO '-Xli.ROSSO IU•#iiltl ti, individuali e di gruppo (vedi settori come la sanità, i servizi socio-assistenziali, ecc.), quando offrono prestazioni lavorative insufficienti, poco professionali, non rispettose della dignità dei cittadini utenti. Ben sapendo quanto pesino relazioni di tipo clientelare nei rapporti tra datori di lavoro pubblici e lavoratori, scarsità di risorse, condizioni di degrado e come esse si ripercuotano sulla qualità della prestazione lavorativa, valutiamo un'azione di denuncia e di controllo svolta dai movimenti di volontariato nel territorio come un dato, certo difficileda gestire, ma anche positivo. Come già si è accennato, il sindacato non deve temere il confronto e il giudizio di quanti si misurano con le proprie responsabilità, non c'è niente di più deleterio che vivere in un sistema chiuso di autocompiacimento e quindi privo di stimoli per il rinnovamento e per reagire alle involuzioni. Il volontariato non è un soggetto di moda, da declamare nei discorsi, ma una presenza scomoda, provocatoria, destabilizzante, di situazioni stagnanti sulle quali anche noi a volte galleggiamo. Il volontaria53 to è una sfida a confrontarsi sulla dignità dell'uomo, lavoratore, utente, soggetto debole e senza potere nelle istituzioni e nelle società. Non pensiamo ad un rapporto né semplice, né facile col volontariato, perché escludiamo risposte gattopardesche, ma pensiamo ad un rapporto fecondo per vincere pigrizie, stanchezze, autocompiacimenti paralizzanti. In questo contesto di rapporti col volontariato ci sembra un rilevante dato di novità la proposta sindacale (accolta nella legge quadro del volontariato) di riconoscimento e sostegno dell'azione di volontariato dentro il mondo del lavoro e tra i lavoratori. Si tratta di un riconoscimento che si può esplicare tramite uh sostegno concreto organizzativo all'esperienza del volontariato attraverso la concessione di orari flessibili, a tempo parziale e turni atti a facilitare le attività di volontariato cui i lavoratori sono impegnati e previa certificazione dell'associazione di appartenenza. Questa contiene grandi potenzialità, suscettibile com'è di allargare il volontariato oltre l'età del non lavoro (studenti e pensionati), creando le condizioni per l'impegno di volontariato anche in presenza di un rapporto di lavoro dipendente. Importanti sono poi le esperienze di impegno di delegati sindacali nei posti di lavoro a sostegno dell'inserimento di handicapapati, di detenuti in semilibertà, e soprattutto di intervento, informazione, orientamento e tutela dei lavoratori tossicodipendenti. La Cisl punta a realizuire, attraverso l'impegno congiunto di volontariato e sindacato, alcune iniziative di frontiera. I terreni su cui collaborare sono facilmente individuabili dal momento che coincidono con le condizioni emarginanti più diffuse e più dure da sconfiggere. Si tratta di aree tematiche che la Cisl ha già affrontatocon le politiche sociali di questi anni. In particolare esse comprendono: - anziani: specie quelli in situazioni di solitudine e di scarsa autonomia. È questo un campo di azione importantissimo. Il punto di partenza può essere la grande presa che ha in questo contesto il sindacalismo confederale, attraverso la Fnp tra gli anziani. Possono essere realizzati progetti volti a rendere gli anziani autentici volontari, protagonisti di azioni di solidarietà, ed

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