,i).lJ, BIANCO lX.11, ROSSO l 111 @hlil Solidarietà,volontariato, WelfareState Questo Dossier. Ci troviamo in questi mesi di fronte a due leggi importanti, attese entrambe per oltre dieci anni, che identificano e regolano due settori completamente sconosciuti nel nostro ordinamento: il volontariato e la cooperazione di solidarietà sociale. Entrambi questi settori innovano completamente concezioni radicate non solo nel nostro ordinamento ma anche nella nostra cultura: quella che il lavoro, per essere considerato tale debba essere retribuito e in qualche modo «codificato» mentre le caratteristiche peculiari del lavoro volontario sono proprio la spontaneità e la gratuità e quella che i soci di una cooperativa si uniscono per averne un vantaggio personale, mentre nella cooperazione sociale il fine è quello di allargare questa solidarietà, questo vantaggio al di fuori della cooperativa, alla intera collettività. La portata innovativa di queste concezioni è evidente e se questo modo «diverso» di concepire il lavoro, non solo e non tanto fonte di reddito, ma luogo di impegno sociale e civile dovesse radicarsi, questa potrebbe essere la strada per cambiamenti di grande significato. L'impegno della società civile a rimuovere le cause di disagio e di emarginazione potrebbe infatti ampliare, per il tramite della solidarietà e della partecipazione, gli spazi di pluralismo e di democrazia. Nonostante il dibattito su questi temi sia abbastanza recente (i primi convegni sul tema risalgono al 1980) e la legislazione nazionale sia stata emanata in questi giorni, le esperienze di volontariato e di solidarietà sociale si sono sviluppate numericamente in questi anni in maniera considerevole. Si parla ormai di oltre 4 milioni di persone impegnate in azioni volontarie, Usi e comuni di tutta Italia operanoin convenzione ormai da anni con associazioni di volontariato alle quali è affidata gran parte della gestione dei servizi sociosanitari. Molte motivazioni potrebbero essere ricercate per spiegare il dilatarsi di questo fenomeno: la crisi del walfare state; la caduta di grandi ideali e grandi aggregazioni collettive - i movimenti delle donne e quelli degli studenti; il sostegno predisposto da molte regioni che hanno visto nel volontariato lo strumento in grado di gestire servizi sociali a costi assolutamente competitivi rappresentano soltanto alcune delle spiegazioni possibili. Il consolidamento del fenomeno porta comunque oggi più che mai a cercare di definirne meglio ruoli e funzioni: supplenza del pubblico, stimolo al pubblico oppure cooperazione-coprogettazione con il pubblico? E, di conseguenza, aiuto ai bisognosi oppure terrenodi impegno per l'affermazione di spazi e diritti di terreno di impegno per l'affermazione di spazi e diritti di cittadinanza? Servono queste nuove leggi a definire questi ruoli? Il Dossier di questo numero si propone di delineare gli scenari in cui questi soggetti operano, motivazioni e caratteristiche dell'intervento e potenzialità e rischi del loro sviluppo (N.S.). 37 BibliotecaGino Bianco
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