Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 25 - febbraio 1992

i.).tJ. BIAl\CO '-Xli.ROSSO Mii•Ml•d forza dell'esempio e della vita, il valore dell'amore uno e indissolubile. E nel 1974 la gente comprese benissimo che di questo si trattava, e non di venir meno al principio religioso e all'ideale del matrimonio autenticamente umano e cristiano. Il risultato del 12maggio fu eloquente. Un'ultima riflessione, tra il serio e il faceto, quasi per dimenticare l'accanimento con cui, allora, solo 18 anni fa, si divise l'Italia sognando una rivincita clericale. Chi, oggi, oserebbe riproporre seriamente l'abolizione dell'istituto civile del divorzio? Chi continua a pensare che la Chiesa deve, come tale, entrare in battaglia su un terreno quale quello della legge dello Stato che regolamenta le vicende terrene dei rapporti di coppia del punto di vista civile? Nessuno. oggi, neppure i «pasdaràn» più duri dell'ortodossia cattolica oserebbe pensare di poter tornare ai carabinieri come tutori dell'amore coniugale. È un segno di progresso. - L'aborto. Stesso discorso, pur nella difficoltà specifica del dramma in questione, quando si trattò della regolamentazione del fatto abortivo. La legge 194fu approvata dal Parlamento e sottoscritta BibliotecaGino Bianco 31 per la sua promulgazione da cinque firme Dc, con il presidente della Repubblica in testa. Essa non era una dichiarazione di principio di liceità dell'aborto, ma ne fissava la non punibilità, e ne garantiva la praticabilità a certe condizioni, riaffermando contemporaneamente il diritto dovere della società a tutelare la vita nascente, a prevenire l'aborto stesso, ad aiutare la donna in una scelta che non fosse solo di morte, ma possibilmente anche di vita. Non si trattava, anche qui, di creare un fenomeno, ma di prevenirne uno già largamente presente, pagando il prezzo della depenalizzazione e della pubblicizzazione di esso. Non era una scelta ideologica, stando al testo delle legge, ma quella di un male ritenuto opinabilmente minore. La gente, anche molti cattolici, lo comprese bene. La cosa è così vera, e dimostrata, che va ricordato sempre, per capire il significato di quel voto, che la proposta di referendum radicale, che nei fatti equivaleva alla liberalizzazione dell'aborto, fu respinta dall'86% dei votanti. Quella era davvero la pretesa ideologica di dichiarare, in via di principio e di fatto, che la vita del nascituro non contava nul-

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