.PJt BIANCO l.XltROS&> Kii•lil•il la nomenclatura Dc, individuando in pochi uomini Dc i responsabili di tutto, e poi loro abbiano una nomenclatura ancora più ristretta: da decenni, in teoria e in pratica, da loro contano solo Pannella Marco e Marco Pannella. Mi domando, invece, cosa potrebbero e dovrebbero fare gli altri partiti, e in particolare i partiti della sinistra italiana, Psi, Pds, Pri, Psdi e Verdi, per cambiare le cose, nel loro rapporto con il mondo cattolico, una volta chiarito che alla loro base non ci sia, o non ci sia più, posto che lo sia stato in passato, una ideologia essenzialmente antireligiosa e atea, soprattutto ora che il marxismo è fallito a:llaradice, e che il mondo contemporaneo risulta assetato anche di valori religiosi, pur in mezzo a mille contraddizioni. - Non cercare alibi impropri. Innanzitutto una riflessione che può apparire sorprendente, dopo il lungo itinerario che abbiamo percorso. Credo che oggi la posizione ufficiale della Chiesa, nell'ambito politico italiano, non conti di fatto un granché per determinare le scelte politico-partitiche dei cittadini italiani. Tra tutti coloro che conosco, soprattutto cattolici, sono oggi relativamente pochi quelli che al momento di votare Dc lo fanno perché i vescovi voglionoo consigliano così, e quelli che al momento di non voBibliotecaGino Bianco tare Dc debbono vincere qualche dubbio perché sentono di contrastare la volontà dei vescovi. Non credo che i documenti dei vescovi italiani, per quanto ripetuti, spostino oggi più del 3 o 4 o/o dei voti. Credo che questo sia davvero significativo, e debba servire soprattutto affinché nessuno possa pensare che se non riceve i voti dei cittadini cattolici italiani la colpa è dei vescovi o del destino. Ha detto recentemente Leoluca Orlando che «l'appello (dei vescovi) all'unità dei cattolici, come invito a votare per una determinata forza politica, interessa solo i funzionari di partito e i non credenti» (La Repubblica, 17/1/1992).Ritengo che questa sia la realtà dei fatti. A mio parere quella che deve essere fatta, da tutti, a proposito del voto dei cattolici italiani, che sono ancora tanti, anche se spesso non praticanti, come testimoniano tutte le indagini serie fatte di recente, è una riflessione incrociata che tenga conto dei dati di fatto. I cattolici italiani ritengono, come abbiamo visto sopra, che non debba essere obbligo votare Dc e sono contrari agli interventi diretti degli uomini di Chiesa sulle scelte politicoelettorali, certo, ma ritengono anche, e in percentuale moltomaggiore (75,1 %), che l'ispirazione cristiana della politica sia un valore da salvaguardare. Sono convinto che questa riflessione incrociata è essenziale, ai fini della creazione di un sistema politico istituzionale diverso, in Italia. Non si fa !'al8 28
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