Comunità Europea sono piuttosto simbolici che reali. Questi paesi hanno l'impressione che l'Occidente voglia vendere piuttosto che investire. Le enormi cifre stanziate dalla Repubblica Federale Tedesca per l'ex Germania-Est mostrano di quale straordinaria entità dovrebbero essere gli aiuti per essere realmente efficaci. Qual è la situazione delle Chiese in questi paesi? Le Chiese hanno accumulato un capitale positivo di fiducia della genie per la loro resistenza al comunismo, per le persecuzioni sofferte, per la presenza di grandi personalità. Uomini come gli attuali cardinali Tomasck, Korec, Sladkevicius, Todea sono figure di grande rilievo per la gente e punti di riferimento anche in campo civile. Tuttavia anche questo capitale, come tutte le cose umane, è fragile. Non tutte le Chiese nè tutte le personalità ecclesiastiche sono siate ugualmente forti nella lotta contro il comunismo. Il pluralismo portato dai media e dai contatti con l'Occidente ridimensiona anche il peso delle Chiese nell'opinione pubblica. Esse si trovano ora di fronte al fenomeno della secolarizzazione e devono comunque cercare un nuovo tipo di rapporto con la società. [...] Che cosa significa l'espressione «nuova evangelizzazione» in questo contesto? La domanda è pertinente perché è proprio nel contesto del trascorso decennio che l'espressione «nuovaevangelizzazione» o espressioni affini come «nuova qualità di evangelizzazione» o «nuova inculturazione della fede in Europa» sono state usale sia da Giovanni Paolo II sia da numerosi episcopati. Tale espressione sintetica è stata anche fraintesa, come avviene per tutte le espressioni pregnanti, ed è stata interpretata ad esempio nel senso di una «nuova crociata per la riconquista dell'Europa» o di un progetto di ricostituire qualche forma della «cristianità» di tipo medievale. Si teme che vi sottostia una volontà di dominio della Chiesa cattolica, sia rispetto ad altre confessioni e religioni, sia per quanto riguarda l'influsso sulla vita civile e politica. Si dice che questo disegno tende ad approfittare delle debolezze dell'Europa postcomunista e della carenza di riferimenti autorevoli nell'attuale quadro politico, sociale e religioso. Ben altro vuol dire invece l'espressione, "-lt BIANCO l.XltROS.SO ■ itiiiii i Mkii come è stato fortemente sottolineato nel Sinodo. Con l'espressione «nuovaevangelizzazione» si indica che la Chiesa del XX e XXI secolo vuole rendersi più idonea a servire l'uomo d'oggi nello spirito del Vangelo, secondo la sua missione di sempre. La cosiddetta «nuova evangelizzazione» si pone in continuità con la prima evangelizzazione del continente, quella a cui l'Europa deve ancor oggi tanta parte dei suoi valori fondamentali come il primato della persona e della libertà e una concezione alta del destino e della vita umana. Con la «nuova evangelizzazione» si intende contribuire al bene comune dei popoli con quel contributo che è l'unico tesoro posseduto dai cristiani cioè il vangelo di Gesù Cristo, il discorso della montagna, l'annuncio della paternità di Dio e della fraternità di lutti in Cristo, la proclamazione della capacità di perdonarci a vicenda così come veniamo perdonati da Dio Padre, l'annuncio della forza donata all'uomo di dare la vita per i suoi fratelli e sorelle, della grazia di vedere nel più povero e indifeso il volto misterioso di Cristo, di conforta - re i malati, i carcerati, i più abbandonati, di soccorrere i colpiti dalle pesti del nostro tempo, di seminare germi di pace e di perdono anche nei conflitti più atroci. È chiaro che questo cammino non è sostanzialmente diverso da quello che percorrono e intendono percorrere tutti coloro che onorano Gesù Cristo come Salvatore e leggono nelle Scritture la volontà di Dio che ama questo nostro tempo e gli offre la salvezza. Tutti coloro che si chiamano cristiani possono sentirsi solidali in questo cammino. Ed è per questo che in questi anni i nostri fratelli e sorelle protestanti, anglicani e ortodossi hanno promosso nella «Conferenza delle Chiese europee» studi e ricerche sul tema «Missione e secolarizzazione», in stretto collegamento con gli studi promossi dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee. Se questo è dunque ciò che intendiamo per «nuova evangelizzazione» ci interroghiamo ora su alcune implicazioni antropologiche, sociali e politiche di questo cammino delle Chiese. Gli avvenimenti che abbiamo vissuto ci dicono che la libertà politica, sociale ed economica è una condizione indispensabi55 BibliotecaGino Bianco le per un cammino verso una unità europea che non voglia ripetere una esperienza fallimentare. Ma da ciò che stiamo vivendo appare anche chiaramente che la sola libertà politica ed economica non è una automatica garanzia per il progresso sociale, la giustizia e la pace. I Padri sinodali hanno sottolinealo con forza che si pone oggi davanti a noi la questione del retto uso della libertà, del suo senso e del contesto di valori in cui essa si situa. In particolare il riconoscimento della positività dell'economia di mercato e della libera impresa e la concreta loro promozione anche nei paesi dell'Europa centroorientale pongono il problema di rigorose garanzie riguardo alla loro subordinazione al bene comune e al rispetto della dignità e dei diritti di tutti i cittadini, in particolare delle categorie economicamente più deboli per assicurare «ciò che è dovuto all'uomo perché è uomo, in forza della sua eminente dignità. Questo qualcosa dovuto comporta inseparabilmente la possibilità di sopravvivere e di dare un conlnbuto attivo al bene comune dell'umanità» (C.A. n. 34). Tuttociò costituisce una grande sfida per l'Europa: assicurare cioè che la necessaria transizione verso l'economia sociale di mercato anche nei paesi dell'Europa centroorientale non dia luogo a troppe sofferenze e a crisi che potrebbero far scattare processi di regressione nel delicato cammino verso la libertà. In tale contesto si comprende come l'impegno dei cristiani per esprimere nell'Europa di oggi forme e stili di vita conformi al vangelo, con il superamento del mito del denaro, del consumismo, del godimento ad ogni caso, promuovendo stili di vita più poveri e disinteressati, pur essendo un impegno che nasce soltanto dal vangelo ed è perseguito unicamente per amore di Gesù Cristo, non possa non riverberarsi positivamente su una società che ha urgente bisogno di controllare e di orientare socialmente le proprie risorse a vantaggio di tutti. A questo punto può nascere una domanda: che ne è della grande tensione morale e politica prodotta dal comunismo in Europa? È qualcosa che è destinato semplicemente a scomparire? Non è possibile cancellare in poco tempo oltre un secolo di storia, non soloper quanto riguarda i mi-
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