Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 24 - gennaio 1992

le e della collaborazione tra imprese, e dall'altro metta a disposizione di questa regione mediterranea forme consistenti di finanziamento per lo sviluppo delle infrastrutture, dell'industrializzazione e della pubblica amministrazione. La seconda linea di intervento riguarda la creazione di istituzioni mediterranee per lo sviluppo della regione, che la Cee deve incoraggiare, ma rispetto alle quali un ruolo.di punta spetta ai paesi mediterranei dellà Comunità. Per avviare tutto ciò è importante un rinnovato ruolo della Francia, dell'Italia e della Spagna a cui spetta, come paesi industriali più forti, il ruolo di locomotiva dell'intera regione e nell'ambito dei paesi Cee. Il problema Mediterraneo non è un problema fuori dell'Europa, ma un problema dell'Europa e rispetto al quale la Cee deve venir impegnata in prima persona. Ciò vuol dire che il ruolo della Francia, dell'Italia e della Spagna, per la loro collocazione geografica e il potenziale economico e politico che esprimono, è decisivo e va utilizzato non solo con iniziative bilaterali ma proponendosi come il canale di elaborazione e iniziativa di una politica europea nella regione mediterranea. Cruciale resta per il Mediterraneo, ma ( BibliotecaGino Bianco i.>.lL BIAI\CO lXILROS.SO INIIRUlliiilitiMii•i anche per la Cee, il problema acuto delle migrazioni e della qualificazione professionale e dell'istruzione in genere dei cittadini del mediterraneo. Il problema delle migrazioni dovrebbe venir affrontato migliorando il sistema di informazione sulla domanda e offerta di mano d'opera, per tipo e qualificazione, e per la disponibilità dei servizi necessari al suo trasferimento (abitazioni, scuole, assistenza sanitaria, ecc.), realizzabile tramite appositi centri nel Mediterraneo e i paesi europei di ricezione dei lavoratori. Ciò sottopone a pressione e impegno particolari le regioni meridionali dell'Italia, della Francia, della Spagna e la Grecia e il Portogallo. Alcune di queste regioni dispongono di strutture e esperienze produttive e di infrastrutture civili (sistemi di comunicazione, università, ecc.) condannate ad un ruolo marginale nel contesto della Cee ma che potrebbero svolgere, se opportunamente potenziate e sostenute dalla Comunità, un ruolo di punta nel promuovere lo sviluppo mediterraneo. I.:enorme spreco di laureati e diplomati delle regioni meridionali dei paesi del sud d'Europa, che oggi trovano l'unico sbocco professionale in impieghi secondari di insegnamento nelle regioni ricche d'Europa ,.,, ( ) 46 in attesa di un riflusso verso impieghi pubblici di manutenzione e sopravvivenza,potrebbero divenire un flusso dinamico di energie rivolte a promuovere crescita e sviluppo nella regione mediterranea. Questo Primo Rapporto sul Mediterraneo, ci consente di presentare una prima elaborazione e raccolta sistematica sui problemi e le proposte esistenti per lo sviluppo della regione mediterranea. Da questi studi emergono alcune indicazioni utili sia per le ulteriori ricerche sia per la riflessione politica sui temi dello sviluppo nella regione mediterranea. I problemi sqno molteplici, ma non molto più grandi di quelli che altre regioni hanno dovuto affrontare agli inizi della ricostruzione della loro identità economica, politica e culturale. La complessità è data dal fatto di dover lavorare per una regione che aspira a una maggiore integrazione non per isolarsi, ma per poter meglio aprirsi ad ulteriori integrazioni con i continenti a cui appartiene, quello europeo, quello africano, quello asiatico. Per i paesi del Mediterraneo non c'è altra alternativa, per i paesi europei l'alternativa è quella del muro: un progetto non solo immorale ma utopico poiché, come la storia ha dimostrato, le divisioni non reggono mai alla spinta degli uomini.

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