i.)JL BIANCO '-Xli, Ros&> liti@tiiil Sindacatop,artecipazione, democraziandustriale p artecipazione è una parola che evoca motivi, finalità, obiettivi ed esperienze anche molto diverse. - La partecipazione, infatti, può comprendere: • forme di democrazia economica, • esperienze di democrazia industriale, • situazioni ed implicazioni della stessa contrattazione collettiva; e, recentemente, • iniziative, unilaterali o negoziate, promossa dagli imprenditori. - La partecipazione dei lavoratori e, specie, delle loro rappresentanze, è da sempre al centro del dibattito ideologico e delle esperienze compiute per introdurre modificazioni o correttivi agli assetti del!'economia capitalistica ed all'impiego del lavoro nelle imprese. - La partecipazione, come viene oggi prevalentemente intesa, implica il riconoscimento di interessi tendenzialmente comuni fra imprenditori e lavoratori nel!'alveo delle relazioni industriali. La partecipazione, nel passato (fino al secondo dopoguerra e, in alcuni paesi, anche dopo), assumeva spesso un diverso significato, poiché comprendeva obiettivi antagonistici ( come un nuovo ordine industriale), uscendo, quindi, dall'alveo delle relazioni industriali ed entrando in quello della democrazia economica. La democrazia economica, a sua volta, può: • comprendere la politica economica, conle sue classiche funzioni di allocaBibliotecaGino Bianco di Guido Baglioni zione, ridistribuzione e di stabilizzazione delle risorse; o, in senso proprio e nella accezione più diffusa, • corrispondere a modificazioni qualitative dell'assetto produttivo, normalmente non per iniziativa dell'attore pubblico, a favore dei lavoratori e delle loro possibilità di influenzare la vita economica, prevedendo o meno l'accesso alla titolarità della proprietà. Si pensi al controllo operaio, si consigli di gestione, alle cooperative ed all'autogestione, ai fondi di investimento dei lavoratori (svedesi). Rispetto alla partecipazione economica (nel senso detto), la partecipazione via democrazia industriale rimane nell'alveo delle relazioni industriali, non ha obiettivi normalmente antagonistici, prosegue sul percorso della contrattazione collettiva, riconoscendo - di fatto o esplicitamente - un'area di interessi comuni fra le parti, senza necessariamente eliminare il conflitto. 29 Recentemente - dalla seconda metà degli anni '70 - sono em·erse proposte ed esperienze di partecipazione prevalentemente espresse degli imprenditori e dal management, negoziate o meno col sindacato, all'interno dei confini aziendali, tendente al coinvolgimento culturale ed economico dei lavoratori con il destino e con i risultati dell'impresa (partecipazione economica). - Allo stato attuale sono queste le prospettive dei diversi tipi di partecipazione: • la partecipazione antagonistica (salvo nel settore delle cooperative) ha prospettive modestissime o pressoché nulle, anche nella sua versione più recente e moderna dei fondi di investimento dei lavoratori. Non a caso, in questo momento, i sindacati svedesi sono impegnati nella creazione di fondi (per la casa) con il sostegno e per l'utilizzo del risparmio dei lavoratori, fuori, cioè, della logica del «piano Meidner»; • la partecipazione collaborativa, che prosegue e arricchisce lo spirito e le esperienze di democrazia industriale, ha, invece, notevoli prospettive e, in molti contesti, può essere sviluppata anche senza esperienze concomitanti di democrazia economica; • la partecipazione economica - che, se negoziata, può anche sovrapporsi con quella precedente - ha ugualmente notevoliprospettive, macon elementi di sfida alla logica sindacale. - Queste due ultime direzioni di partecipazione si manifestano in forme differenti, nuove o meno, non sempre distinte l'una dall'altra e con un peso pratico non uniforme.
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