Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 24 - gennaio 1992

.,P.tt BIANCO l.XILROSSO Mii•Mil•d in passato ha avuto voce e modo di farsi valere, ·continua a rimanere diffidente ed estraneo nei loro confronti. È il grande favore che essi continuano, nonostante tutto, a fare a questa Dc. In questa stessa linea, di ciò che impedisce che le cose cambino, nella Chiesa e di conseguenza anche nella società italiana, va collocata, a mio parere, anche una certa attenzione verso il Pds da parte di realtà e personalità cattoliche, in genere e non per caso molto democristiane, orientata in ultima analisi a conservare i rapporti tipici di un passato non del tutto finito, e soprattutto a dividere Pds e Psi, perché l'eventuale unione o riavvicinamento dei due viene vista come un vero pericolo per l'egemonia Dc non solo sul mondo cattolico, ma su tutta la realtà italiana. Di questo segno sono, a mio parere, certi inviti pubblici, rivolti ai pidiessini e pubblicati anche su «L'Unità», a «conversione» e ad alleanze con «la parte buona dellaDc». È evidente che ciò che può cambiare i rapporti di forza, in Italia, è una autentica alleanza a sinistra, competitiva ma non contraddittoria, che creerebbe per la prima volta le condizioni sufficienti per una vera alternanza di governo, che vorrebbe dire la fine del potere centrale della Dc. Questo è, in realtà, il vero spauracchio da esorcizzare, questa è la musica di certe sirene che cercano di incantare ciò che resta del Pci. Ma il discorso va posto alla radice: queste sono solo conseguenze. Il fattore decisivo, almeno all'interno dello stesso mondo cattolico, e per quanto si possa discutere, e lo faremo nel prossimo numero, della sua influenza reale, resta l'atteggiamento della Chiesa ufficiale, che a mio parere potrà cambiare solo ed esclusivamente se si troverà di fronte al fatto compiuto della Dc mandata all'opposizione in modo stabile, cioè almeno per qualche anno. Fino a quel momento non credo che alcun altra forza politica italiana potrà contare non solo sull'appoggio diretto, che sarebbe assurdo e negativo, per chi almeno crede e chiede che la Chiesa sia altro dalla politica partitica, ma neppure sulla neutralità della Chiesa ufficiale, e quindi dei movimenti cattolici organizzati come tali: la storia dimostra, come abbiamo vistonel primo articolo, che per ragioni di forza e di potere, certo giustificate dalla realtà del passato, la Chiesa ha scelto la Dc, e solo ragioni di forza e di potere, a mio parere, potranno cambiare la situazione. La Chiesa cattolica italiana considererà la Dc un partito tra gli alBibliotecaGino Bianco 17 tri solo quando la Dc non sarà più il centro unico del sistema, la garanzia di stabilità di privilegi e di poteri che gli uomini di Chiesa, salvo eccezioni che appaiono lodevoli, ma ininfluenti, continuano a ritenere essenziali ... Ma non esiste solo la Chiesa nella sua struttura ufficiale, e non esistono solo le Associazioni e le realtà collettive del mondo cattolico come tale. Ci sono anche i singoli cittadini cattolici, credenti e praticanti, o anche credenti e non praticanti. Forse il discorso più importante riguarda proprio loro, e la loro condotta politica ed elettorale. Conclusione ancoraprovvisoria È ora di chiudere. Nel prossimo articolo, che sarà conclusivo di questa analisi, proveremo a chiederci quale possa e debba essere la condotta dei partiti non Dc che siano interessati a conquistarsi il voto di cittadini cattolici che restando tali non siano soddisfatti della Dc. Un dato certo è che essi sono tanti, e le inchieste non fanno che confermarlo. Un altro dato è che un vero cambiamento, in Italia, e una vera alternativa al sistema di potere Dc non si crea contro i cattolici, e anche senza l'apporto dei cattolici; si crea contro i Dc, e senza l'apporto dei Dc. Ma non tutto è chiaro. Come vedremo, si può dire che finora anche gli altri partiti hanno lavorato e forse lavorano ancora per conservare alla Dc il monopolio dei consensi cattolici, o almeno non fanno nulla per attirarsi tanti voti di cattolici che magari non aspettano che qualche segno di autentica buona volontà da parte loro. Nella terminologia politica, nella proclamazione dei valori, nella prassi quotidiana, forse i migliori alleati della Dc sono gli altri partiti, con i loro residui ideologici detti «laici», ma troppo spesso laicisti e antireligiosi, non sufficientemente rigorosi nella stessa laicità, che non esclude nulla, non ideologizza scelte pragmatiche, non rifiuta ispirazioni ideali religiose, purché rispettose della democrazia e della tolleranza. Sarà materia del prossimo articolo.

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