Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 24 - gennaio 1992

i.>.tL BIANCO lXILROSSO Kiiiilillil dai media come una Canossa, con l'esplicita affermazione della sconfessione della scelta «socialista» del 1970. Venivabene a tutti che quel «socialista», che nel 1970significava qualcosa, oggi fosse inteso in modo diverso e più immediato, più strumentale, come un prologo alle vicine battaglie elettorali, in cui il voto più pericoloso, per la Dc e per il suo potere, sarà non certo quello per il Pds, ma quello per un Psi che dal suo rafforzamento potrebbe trarre motivi per scegliere la linea della alternativa alla eternità dell'alleanza con la Dc, che ormai dura da quasi trenta anni. Allora, nel 1970, quella «sceltasocialista» fu demonizzata in nome degli interessi della Dc, molto protetta dagli uomini di punta della Curia, ma significava la fine dell'obbligo dei cattolici italiani a votare Dc a qualsiasi costo, l'affermazione del diritto allo sviluppo dei popoli del Terzo Mondo, la scelta di poveri e delle loro attese, il rifiuto del connubio religione potere, la speranza per tanti giovani cattolici che vedevano a cosa fosse ridotta la Dc di allora. Volevadire che il cristiano come tale non può stare dalla parte del capitalismo selvaggio, che la proprietà dei beni deve avere una destinazione sociale, che lo squilibrio Nord/Sud era altrettanto importante dello scontro Est/Ovest. Nel nome dell'unità politica dei cattolici nella Dc quelle Acli furono sconfessate, emarginate, colpite con il pilotaggio curiale della scissione del Mcl, con il ritiro degli assistenti, con le pubbliche condanne...Eppure non si può dire che avessero scelto qualcosa che sia andato perduto, e oggi le stesse BibliotecaGino Bianco 16 posizioni della «CentesimusAnnus», per tanti aspetti, hanno ripreso alcune intuizioni che furono anche di Labor e Gabaglio. Perché, è la mia domanda amichevole, gli attuali dirigenti Acli hanno consentito che del loro gesto ecclesiale si desse una lettura tutta politica e strumentale? - La «galassia»cattolica. Lo stesso discorso, pur con opportuni distinguo e sfumature, va fatto per tante altre realtà cattoliche più o meno ufficiali, e per tanti movimenti e associazioni di volontariato e di presenza sociale, che magari delusi da certo mondo laico e da altri partiti incapaci di liberarsi dal pregiudizio che «cattolico è uguale Dc» si sono riaccostati al mondo ecclesiastico e di conseguenza al giro Dc, che appare attento come non mai alle richieste e ai desideri che possono venirgli dalla base cattolica. C'è così, innegabile, un risveglio dei movimenti religiosi e di volontariato cattolico che in realtà beneficia, - pur tra mille dubbi e mille incertezze, dovute soprattutto al sistema di potere che la Dc evidentemente rappresenta-, la Dc stessa. Gli altri partiti, infatti, e lo vedremo in seguito, continuano per forza di inerzia a considerare cattolico sinonimo di Dc, e laico sinonimo di non credente, o almeno di non cattolico, e quindi a dispensarsi da qualsiasi sforzo di analisi e di avvicinamento al co.siddetto mondo cattolico. Essi si sentono pieni della loro asserita «laicità», protestano magari quando la Chiesa scende in campo pro-Dc, ma non sembrano interrogarsi per niente sul fatto che anche il mondo cattolico più progressista, che pur

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