.PJL BIANCO lXltHOSSO li Id 1118 •M\.'Oitl lfA tnij I Per l'alternanza:laicità solidarietà,giustizia Risoluzione del Direttivo di ReS Quando il sentire comune avverte una crescente scissione tra l'urgenza dei problemi economici, sociali, politici e culturali e l'impossibilità a trovare una soluzione mediante gli strumenti politico-istituzionali: quando aree sempre più vaste del Paese sono gestite con il riferimento a modelli che minano dalle radici le ragioni stesse della convivenza civile e della politica; quando la fuga della politica investe i modelli del pensare; dell'azione e del vivere: quando qualunque ragionevole problema diventa insolubile e improponibile con il riferimento alle regole, alle procedure e ai soggetti che costituiscono il quadro di riferimento politico: quando le ragioni dell'etica fuggono dalla politica, e questa diviene preda dell'affarismo, dell'immoralità, dell'egoismo; quando gli stessi soggetti istituzionali si rivolgono direttamente al Paese attraverso il voto referendario reiterato e abusato per trovare le soluzioni a questioni che hanno a che fare con l'ordinario funzionamento e l'esercizio del potere del parlamento e del governo; quando succede tutto questo, significa che lo stesso modello della normale politica è entrato in crisi. Quella a cui assistiamo, dunque, non è crisi della politica, ma crisi di questa forma politica che rende impossibile affrontare le normali questioni, per quanto rilevanti, attraverso il ricorso agli strumenti, alle procedure, alle regole e ai valori sui quali è modellata questa politica. Di qui l'urgenza di una sua riforma radicale che investa le istituzioni bloccate con ordinamenti che rendano fisiologicamente possibile l'alternanza, il ricambio di programmi, di schieramenti, di ceto dirigente che assicuri un potere di guida e di governo alle istituzioni; una riaffermazione delle ragioni della giustizia e della solidarietà; una ricomposizione delle spinte disgregatrici in un nuovo patto sociale e politico in grado di governare con le ragioni dell'equità il presente senza pregiudicare il futuro. Per queste ragioni una cultura e una politica dell'alternanza ineludibili e necessarie per far riacquisire alla speranza della politica il significato e il valore che ad essa compete. Ma una politica dell'alternanza, oggi ancor più di ieri, non si risolve nella pura e semplice sommatoria delle forze di sinistra, oltretutto nel quadro e nel modello della politica che ha vanificato le ragioni di quella speranza. Essa esige, al contrario, un processo di profondo rinnovamento che investa i valori, la mentalità, gli strumenti, le forme di organizzazione, di espressione e di azione della sinistra. I grandi sommovimenti che hanno investito il quadro internazionale, popoli e Paesi per i quali la speranza di riscatto si è trasformata in asservimento, miti e ideologie che parevano immutabili e invincibili, determinano anche in Italia una presa d'atto della consunzione delle ragioni della divisione e della frammentazione della sinistra. Il superamento del dogmatismo e del settarismo, la sconfitta di una cultura del ghetto minoritaria e subalterna. La storia ha accelerato seppellendo una ideologia morta, ed apre oggi la possibilità di costruire una nuova fase fondata sulle ragioni dell'unità, della cultura di governo e dell'alternanza. Sulla forza di un rinnovato socialismo democratico e riformista, in grado di affrontare le gravi ragioni dell'emergenza, del degrado economico, sociale, politico e istituzionale del quadro di un modello politico che sulla giustizia, l'equità, l'eguaglianza e la solidarietà possa fondare le ragioni della speranza di ciascuno e di tutti, si può aprire una
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