B ed un potere giudiziario indipendente dai primi due, il risultato sarabbe pur sempre un regime democratico: ma in questa democrazia non vi sarebbero più i germi della tirannide. Certamente, sono ben lontano dal dire che oggi in America vi sia una tirannide: affermo soltanto che non vi sono abbastanza garanzie contro di essa. E da ciò si deve trarre una conseguenza importante: che le cause dell'eccellenza del governo americano non vanno tanto cercate nelle leggi quanto nel costume e nelle consuetudini (...). Quando si prende in esame l'esercizio del pensiero, così come si dà negli Stati Uniti, ci si accorge con assoluta certezza a che punto il potere della maggioranza superi ogni altro potere conosciuto da noi europei. Il pensiero è un potere invisibile e pressocché inafferrabile che si fa beffe di tutte le forme di tirannia. Ai giorni nostri, i sovrani assoluti d'Europa non sono in grado d'impedire a pensieri ostili alla loro autorità di circolare nei loro Stati e fino all'interno delle loro corti. Ciò non accade in America: finché la maggioranza è dubbiosa, si parla, ma dal momento in cui essa ha emesso irrevocabilmente il suo pronunciamento, ognuno tace e amici e nemici sembrano accodarsi concordemente al suo seguito. La ragione di ciò è semplice: non esiste sovrano assoluto che possa riunire nelle sue mani tutte le forze espresse dalla società e vincere· le resistenze, come invece è in grado di fare una maggioranza investita del diritto di fare le leggi e di eseguirle. Un re, d'altra parte, non detiene che un potere materiale che agisce sulle azioni e che non saprebbe frenare le volontà; al contrario la maggioranza è investita di una forza che è ad un tempo materiale e morale, che agisce sulla volontà come sulle azioni, e che impedisce, allo stesso tempo, il fatto e il desiderio di fare. Non conosco paese dove, come in America, regni, in generale, una così scarsa indipendenza di pensiero e una effettiva libertà di discussione. Negli Stati costituzionali d'Europa, non c'è teoria religiosa o politica che non possa essere predicata liberamente e che non si diffonda, poiché non esistono paesi in Europa così soggiogati a un unico potere che colui il quale vi voglia dire la verità non vi trovi un appoggio capace di rassicurarlo contro gli effetti della .PJLBIANCO lXILROSSO I1ti 1••~ i M(11 propria indipendenza. Se, malaugurata mente, si vive sotto un governo assoluto, spesso si ha il popolo con sé, se si vive in un paese libero, si può, all'occorrenza, trovare riparo nell'autorità regale. La parte aristocratica della società lo sostiene nei paesi democratici e la democrazia negli altri. Ma all'interno di una democrazia organizzata come quella degli Stati Uniti, non esiste che un solo potere, che un solo elemento di forza e di successo, e nulla al di fuori di quello. In America, la maggioranza traccia un cerchio formidabile attorno al pensiero. Dentro questi limiti, lo scrittore è libero, ma guai a lui se osa sconfinarne. Egli non deve aver timore di un autodafé, ma sarebbe esposto ad attacchi di ogni genere e a persecuzioni quotidiane. La carriera politica è praticamente impedita: egli ha infatti reso offesa al solo potere che abbia la facoltà di favorir66 la. Gli viene negato tutto, financo la gloria. Prima di manifestare le proprie opinioni, egli credeva di avere dei partigiani, gli sembra ora di averli perduti, dopo che si è dichiarato pubblicamente, poiché quelli che lo disapprovano si esprimono a voce alta, mentre quelli che la pensano come lui, senza però avere il suo coraggio, se ne stanno appartati e in silenzio. Lentamente, sotto lo sforzo quotidiano, egli comincia a cedere e a piegarsi, e rientra nel silenzio, quasi vinto dal rimorso di aver detto la verità. Catene e carnefici sono gli strumenti primitivi che la tirannide ha finora usato; ai tempi nostri, la civiltà ha perfezionato persino il dispotismo, che sembrava non avere più nulla da apprendere. I princìpi avevano, per così dire, materializzato la violenza; le repubbliche democratiche contemporanee l'hanno resa immateriale come la volontà umana che vuole schiacciare. Sotto il governo assoluto di uno solo, il dispotismo, per raggiungere l'interiorità colpiva rudemente il corpo, e l'anima, sfuggendo a quei colpi, si elevava gloriosamente al di sopra di quello; ma, nelle repubbliche democratiche, la tirannia non segue più questo iter: essa abbandona il corpo e punta diritto all'anima. Il padrone non dice più: se non la pensate come me, morrete; egli dice: siete liberi di non pensarla come me, la vostra vita, i vostri beni e tutto il resto continua ad appartenervi; ma da quel giorno voi siete uno straniero tra noi. Continuerete ad essere un cittadino, con dei privilegi, ciò vi sarà superfluo; ma se punterete all'elezione da parte dei vostri concittadini, essi non ve l'accorderanno e se cercherete anche solo la loro stima, essi ancora ve la rifiuteranno. Rimarrete in mezzo agli uomini, ma perderete i diritti d'appartenenza al genere umano. Quando vi avvicinerete ai vostri simili, essi vi fuggiranno come un essere impuro; quelli che credono alla vostra innocenza vi fuggiranno allo stesso modo, poiché verrebbero a loro volta sfuggiti. Andate in pace, io vi concedo la vita, ma è una vita peggiore della morte. Le monarchie assolute avevano disonorato il dispotismo; rendiamoci conto che le repubbliche democratiche non lo riabilitano e che, rendendolo più gravoso solo per taluni, esse non lo privano, agli occhi dei più, del suo aspetto odioso e del suo carattere degradante.
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