i)JL BIANCO l.XILROSSO ■1111Rl~•M111 1.;occhiodell'intelligenza politica:De Tocqueville Partecipe e attore dei rivolgimenti del suo tempo, Alexis De Tocqueville (1805-1859) è uno dei più grandi filosofi politici dell'ottocento. Rompendo con gli schemi culturali dell'epoca, egli anticipa temi e problematiche ancora oggi al centro della riflessione politica. Il viaggio che fece negli Stati Uniti (1831-1832)con l'amico Gustave De Beaumont per studiarvi il sistema carcerariogli da occasione di scrivere la «Democrazia in America», cui è principalmente legata la sua fama. Assai più che un resoconto sul sistema politico degli Stati Uniti, l'opera costituisce un'analisi delle forze che agiscono in ogni società democratica, dei suoi elementi costitutivi e delle loro dinamiche, del divenire stesso di una società che scelga come suo principio efine l'uguaglianza. Nella struttura pluralistica dello Stato egli individua un modo di conciliare l'utopia rousseauniana della democrazia diretta con la realtà della società di massa, riuscendone però anche ad individuarne lepossibili degenerazioni. E, tra queste, sottolinea in particolare il rischio interno al sistema del dispotismo della maggioranza sulla ragione. Arricchendo dell'esperienza democratica i concetti della filosofia politica liberale, Tocqueville li porta a maturazione con la scoperta della positività del fattore dinamico delle società politiche. La società democratrica è per sua natura instabile, ma questa propensione al cambiamento è vista come un fattore del dispiegarsi integrale della libertà, che è generatrice di creatività e di progresso. È proprio nella dinamica caratteristica delle democrazie che si trovano le forze capaci di neutralizzarne le minacce. Una riaffermazione della fede liberale di Tocqueville la troviamo anche nell'altra sua grande opera «La Rivoluzione e l'Antico Regime», che si carica di accenti polemici contro la Restaurazione. Nel 1848 Tocqueville aderisce al nuovo regime e si presenta alle elezioni per l'Assemblea Costituente, della quale va a far parte con l'incarico di redigere la nuova costituzione. Ma le sue tesi non hanno successo. Dopo una breve esperienza politica come ministro degli Esteri nel governo Barro! e poi come presidente del Consiglio GeneraledellaManche si ritiranel castellodi famiglia dove si dedica,fino alla morte prematura, allo studio e alla ricercastorica. Qui di seguito pubblichiamo due testi, tratti da «La Democrazia in America». Il primo ci appare estremamente interessante perché la lucida intelligenza di Tocqueville intuisce, con cento anni di anticipo, che il mondo sarà presto dominato da due potenze: quella angloamericana o quella russa. Tocqueville morf a sessant'anni circa dalla «rivoluzione d'ottobre», e a ottantesei anni da Yalta, eventi che l'intelligenza paga sempre. Anche il secondo testo è tratto da «La Democrazia in America» (1, p. Il, c. 7), ed è interessante anche in relazione ai problemi di oggi. Stanno arrivando due giganti: America e Russia Vi sono oggi sulla terra due grandi popoli che, partiti da punti differenti, sembrano avanzare verso lo stesso scopo: sono i russi e gli anglo-americani. Entrambi cresciuti nell'oscurità; e, mentre gli sguardi degli uomini erano occupati altrove, essi si sono posti tutt'a un tratto in prima fila tra le nazioni e il mondo ha appreso, quasi nello stesso tempo, la loro nascita e la loro grandezza. Tutti gli altri popoli sembrano aver raggiunto pressappoco i limiti che la natura ha loro tracciato, e non avere che da conservare; ma gli americani e i russi crescono, mentre tutti gli altri sono fermi o avanzano solo con mille sforzi; solo essi marciano con passo facile e rapido in una strada di cui l'occhio non può ancora scorgere il termine. eamericano lotta contro tutti gli ostacoli che la natura gli oppone; il russo è alle prese con gli uomini. euno combatte il deserto e la barbarie, l'altro la civiltà rivestita di tutte le sue armi: così le conquiste dell'americano si fanno con il vomere dell'agricoltore, quelle del russo con la spada del soldato. Per raggiungere il suo scopo, il primo si basa sull'interesse personale e lascia agire, senza dirigerle, la forza e la ragione degli individui. Il secondo concentra, in qualche modo, in un sol uomo tutto il potere della civiltà. euno ha per principale mezzo d'azione la libertà; l'altro la servitù. Il loro punto di partenza è differente, le loro vie sono diverse; tuttavia entrambi sembrano chiamati da un disegno segreto della Provvidenza a tenere un giorno nelle loro mani i destini di una metà del mondo.
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