Il Bianco & il rosso - anno II - n. 23 - dicembre 1991

On.le Pierre Camiti Parlamento Europeo 9.10.91 Servizio segreteria Oggetto: Comunità italiane a/l'estero .{)_JL BIANCO il..ttROS&> ih•IIDM•• Vi allego allapresente una denuncia circostanziata circa il pessimo servizio che la RAI rende ai nostri emigrati a/l'estero, nel nostro caso particolare in Francia. Vi sarei particolarmente grato se poteste intervenire in merito, dandomene comunicazione in quanto a mia volta possa pubblicizzare i vostri atti presso questa comunità di italiani che si è rivolta a noi. Ringraziandovi per l'attenzione invio fraterni saluti. Il Segretario Generale CSP Mario Miano La RAI matrigna per i nostri emigrati Da ormai parecchi anni trascorro almeno due settimane nel periodo di ferragosto, in un paesino dell'alta valle del Reno in provincia di Bologna, dove ritrovo vecchi amici, alcuni dei quali sono emigrati all'estero, ma tornano in quel periodo anch'essi ai luoghi di origine. Uno di loro, emigrato da vari anni a Clouange in Francia, città in cui vive una numerosa comunità italiana, è diventato per il suo impegno civile un riferimento per molti connazionali, ed essendo casualmente venuto a conoscenza della mia militanza sindacale nell'Uil, mi ha chiesto di fare il possibile affinché tramite il sindacato venga affrontata, e portata a conoscenza dei nostri concittadini, una situazione sicuramente da noi quasi sconosciuta, ma che per molti dei nostri emigranti brucia come un'incomprensibile angheria, essendo tra l'altro gli unici, nel vasto popolo degli emigranti europei, a subire questo trattamento. In breve si tratta di questo: quando la Rai iniziò le trasmissioni via satellite, molti italiani si affrettarono ad acquistare l'antenna parabolica necessaria a ricevere i programmi via satellite ed a cambiare il televisore, visto che in Francia è in uso il sistema per la televisione a colori Secam, mentre in Italia si ha il sistema Pal per cui si rese necessario acquistare anche un nuovo televisore in grado di ricevere entrambi i sistemi. Il sacrificio non è stato piccolo visto che per attrezzarsi in questo modo è necessaria una spesa di circa 5 milioni per ogni famiglia. Per un certo periodo tutto è andato bene, con grandissima soddisfazione dei nostri concittadini all'estero, soprattutto dei più anziani, per i quali il viaggio del periodico ritorno in patria è reso problematico dalla lunghezza e dalla fatica che richiede e che così si sono trovati l'Italia in casa. Poi però, ad un certo punto, i programmi coperti da diritti d'autore, come i films, sono stati oscurati a mezzo codificazione, per cui senza un apposito decodificatore, non ne è possibile la ricezione. Ora in Francia una ventina di paesi dispongono della TV via cavo e laddove la colonia italiana è abbastanza forte, la municipalità ha acquistato il decodificatore per cui il problema è stato superato, ma gli altri nostri concittadini emigrati che vivono in località più isolate o non dotate di quella tecnologia, non possono comunque vedere i programmi codificati essendo impossibile per i singoli l'acquisto del decodificatore ed il pagamento del relativo canone annuo. Faccio presente che nella città ove risiede questo amico che mi ha posto il problema, vengono ricevute tre stazioni televisive tedesche, tre lussemburghesi, tre belghe, una spagnola, una portoghese, due inglesi e due italiane (Rai 1 è 2) e che queste ultime sono le sole ad avere programmi codificati; ciò non manca di provocare l'ironia dei francesi e degli emigrati di altre nazionalità, il che unisce al danno le beffe, particolarmente brucianti in certe situazioni. È bene notare che le promesse dei politici durante la seconda conferenza nazionale dell'emigrazione, specialmente 63 nel campo culturale che pareva il più immediatamente affrontabile, erano state ben diverse, e per comprendere la serietà del problema, che ad alcuni potrebbe apparire abbastanza futile, è necessario riflettere sul fatto che una trasmissione televisiva in italiano per gli italiani all'estero è preziosa non solo dal punto di vista culturale, ma anche nella dimensione sentimentale ed ideale ed in questa prospettiva è difficile accettare spiegazioni del comportamento Rai che accampa motivi economici, che non possono essere certamente di dimensioni importanti; rimane comunque difficile comprendere il motivo per il quale il giorno 16.7.91alle ore 21.30, quando fu trasmessa la telecronaca dell'inaugurazione della Fontana di Trevi dopo il suo restauro, il programma fu protetto addirittura da una doppia codificazione per cui non fu visto nemmeno da chi era in possesso del regolare decodificatore. C'è da chiedersi, tra l'altro, se non sia da considerarsi utile far vedere all'estero la bellezza delle nostre città, una volta tanto che uno dei loro monumenti famosi è stato riportato al primitivo splendore. Mi auguro perciò che i nostri politici, se verranno a conoscenza tramite queste poche righe o per altre vie, di questa assurdità, che pare una poco simpatica esclusiva italiana, provvedano a rimuoverla nel più breve tempo possibile. Spero che anche le organizzazioni sindacali facciano quanto in loro potere, per risolvere questo piccolo grande problema di concittadini lavoratori ali 'estero.

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