Il Bianco & il rosso - anno II - n. 23 - dicembre 1991

Pur con queste considerazioni ReS valuta positivamente il significato di questo referendum, lo firma ed invita a votare «Sì». Referendum sulla abolizione dell'intervento straordinario nel Mezzogiorno ReS ritiene che l'intervento straordinario abbia contribuito, da tempo, a distogliere l'attenzione dai problemi veri del Mezzogiorno che restano quelli: di rendere più visibile ed incisiva la presenza dello Stato, far funzionare le amministrazioni locali, avere infrastrutture decenti. Rileva, inoltre, che se nei primi decenni dell'intervento straordinario erano stati fatti importanti progressi, almeno sotto il profilo economico e sociale, ormai da molti anni la crescita del Sud è bloccata ed il differenziale in termini di occupazione e di reddito procapite ha ripreso a salire. Oltretutto, da tempo, l'intervento straordinario, finanziato come se fosse un'elemosina del resto dell'Italia al Mezzogiorno, è servito, in gran parte, a spese sostitutive di interventi ordinari, o per spese che nulla hanno a che vedere con gli interventi nel Sud. Il risultato è che il Mezzogiorno si trova sempre più nella disgraziata situazione di essere considerato come la causa principale del dissesto economico e finanzia- --- --- - - - - --- i.>.U~ BIANCO l.XILROSSO liii@Oiil rio del paese, e nello stesso tempo di non fruire (in proporzione alla sua popolazione) delle spese ordinarie a cui avrebbe diritto. ReS ritiene, quindi, che sia necessario un atto di rottura della dipendenza economica e politica apra la strada, con l'abrogazione dell'intervento straordinario, ad una battaglia per lo sviluppo sano del Mezzogiorno. Per queste ragioni ReS sottoscrive il referendum ed invita a votare «Sì». Referendum per la elezione a collegio uninominale ed unico turno della maggior parte dei senatori. ReS ritiene che questo referendum non sia in grado di raggiungere nessuno degli obiettivi dichiarati dai promotori. Ritiene, al contrario, che il suo effetto sia quello di cristallizzare il sistema, perché lungi dal creare le condizioni dell'alternanza, com'è necessario, le contraddice. Per questa ragione ReS si oppone al referendum e si impegna a sostenere le ragioni del «No». Referendum sulla estensione del sistema maggioritario a tutti i comuni. ReS rileva che questo referendum, presentato come l'elezione diretta del sindaco non ha nulla a che fare con si- <,() mile obiettivo (che per altro ReS condivide). Sul piano pratico invece il suo effetto non potrebbe essere che quello di imbalsamare il sistema ostacolando e ritardando l'adozione di misure istituzionali ed elettorali vere che promuovono l'alternanza a tutti i livelli. Per queste ragioni ReS si oppone al referendum e si impegna a sostenere le ragioni del «No». Referendum sul finanziamento pubblico dei partiti. ReS è convinta che il principio del finanziamento pubblico dei partiti sia giusto. È però altrettanto convinta che il finanziamento pubblico non possa coesistere (per così dire pacificamente) con il proliferare della corruzione e dell'immoralità politica. Assecondare lo status quo contribuirebbe, da un lato, ad affievolire sempre più la credibilità della politica e, dall'altro, ad incoraggiare le resistenze alla (tante volte auspicata) riforma dei partiti. Per queste ragioni ReS aderisce al referendum nella convinzione che esso possa costituire l'occasione per imporre concretamente un indifferibile rinnovamento dei partiti, della loro moralità, della trasparenza, ed invita quindi a votare «Sì».

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