64/1986 messi sotto accusa dai promotori del referendum e quindi sopprimendo l'Agenzia per il Mezzogiorno (l'erede della defunta Cassa per il Mezzogiorno), possano rimanere in vita le agevolazioni finanziarie alle imprese: bisognerebbe comunque inventare un nuovo Ente abilitato ad amministrare gli incentivi. Tuttavia questa è un'obiezione marginale all'iniziativa referendaria. Le obiezioni che mi sento di fare nel merito della proposta di referendum, sono invece almeno tre. La prima è che la corruzione e l'intrusione della criminalità organizzata negli appalti pubblici è un fenomeno che interessa purtroppo il Sud come il Nord d'Italia, probabilmente in egual misura. Che senso ha allora proporre un referendum abrogativo dell'intervento straordinario per opere pubbliche nel Mezzogiorno? Perché non si propone un referendum per abrogare anche, poniamo, l'Anas? O per sopprimere il Ministero dei Lavori Pubblici? L'in- ,PjLBIAM:0 l.XILROSSO I 111)..if ii ti fezione se la si vuole combattere la si deve combattere su tutto il territorio nazionale. Se no si lascia l'opera a metà ed anzi si favorisce paradossalmente la concentrazione del business criminale e della corruttela nelle aree settentrionali. Ma ci sono altre due obiezioni più serie. Dicendo che vogliono riservare l'intervento straordinario alle sole agevolazioni alle imprese, i promotori del referendum mostrano di avere un'immagine un poco ingenua della promozione di nuovi imprenditori nel Mezzogiorno: come se le imprese potessero crescere e prosperare solo grazie a trasferimenti di denaro pubblico e non anche grazie all'esistenza di una rete adeguata di infrastrutture - una volta si diceva di economie esterne alle imprese. In terzo luogo, il territorio meridionale è veramente povero di infrastrutture, soprattutto delle nuove infrastrutture a rete (telecomunicazioni, energia, risorse idriche) alcune delle quali possono essere utilmente costruite grazie all'intervento straordinario, altre dovrebbero essere di competenza di Aziende Autonome dello Stato o di Enti pubblici o ancora di imprese a partecipazione statale. L'insufficienza delle infrastrutture nel territorio meridionale è ben documentata in un volume, curato da M. Di Palma per il Centro Studi Confindustria (cfr. Le infrastrutturea rete.Dotazione e lineedi intervento. Editore Sipi, Roma 1990), volume al quale rimando. In conclusione, a me questa iniziativa referendaria non piace. Comprendo il significato di provocazione che essa assume nei riguardi di una politica per il Mezzogiorno che si trascina stancamente e che suscita sospetti ed avversioni, peraltro non sempre disinteressati. Ma si può veramente avviare una discussione fruttuosa ed una proposta realistica sul nuovo corso da imprimere al meridionalismo usando semplicemente l'ascia del referendum? Droga: le ragioni della nostra adesione La nuova legge sulla droga ha compiuto da poco un anno. In più occasioni ed in forme diverse abbiamo espresso profonde critiche alla svolta punitiva nei confronti dei tossicodipendenti: rimane salda in noi la convinzione che il divenire preda di una dipendenza non possa essere oggetto di sanzioni, ma solo di interventi di aiuto. Sia durante i lavori parlamentari che nella fase di applicazione della legge ci siamo impegnati a proporre e potenziare molti degli aspetti di prevenzione e di cura degli stati di tossicodipendenza contenuti nel testo. Sulla stessa punibilità continuiamo a cercare un confronto chiaro e puntuale sui problemi concreti che essa pone, eviGruppo Abele di Torino denziando tutti i rischi e le conseguenze negative della scelta repressiva, rifiutando contrapposizioni ideologiche precostituite che non sono di aiuto a nessuno. La nostra vuole continuare ad essere una posizione di coerenza verso le persone che «fanno più fatica», le cui storie ci confermano, oggi più di ieri, quanto sia sbagliata la decisione di punirle, pur nell'intento di «costringerle» alla riabilitazione. I dati a disposizione, a 15 mesi dall'entrata in vigore dalla legge 162denunciano che: - le morti per overdose continuano ad aumentare. Si stima che quest'anno dovrebbero superare le 1300. - le carceri, come i tribunali, si popolano sempre più di tossicodipendenti. Dal 31.12.90al 25.9.91 i tossicodipendenti presenti nelle carceri sono passati da 7.299 a 10.771;questo dato indica un incremento relativo della popolazione carceraria tossicodipente del 47,6%. - l'apparato sanzionatorio, al di là della buona volontà di molte prefetture, in virtù di come è congegnato, non funziona. In pratica, se si confronta il numero delle segnalazioni alle Prefetture - 15.797 al 10.6.91 - con il numero dei trattamenti in corso - 4.325 al 10.6.91 - abbiamo che il percorso sanzionatorio produce poco più di 1/4 di interventi di avvio al percorso terapeutico.
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