~JLBIANCO '-Xli.ROSSO liii@iiMll un Referendumsulle PP.SS.: attacco all'Impresapubblica? A nche chi condivide il senso del1 'attuale vicenda referendaria non può esimersi da una attenta valutazione di ciascuno dei quesiti posti nelle singole domande referendarie. Il referendum per la soppressione del Ministero delle partecipazioni statali si caratterizza più degli altri per il fatto di porre problematiche che vanno al di là del quesito posto. Poiché la soppressione del Ministero implicherebbe il ripristino della situazione normativa precedente alla sua istituzione, il quesito referendario, nella sua effettività giuridica, suona in sostanza così: «volete che le responsabilità politiche in ordine alle partecipazioni statali attualmente esercitate da un solo Ministero siano, invece, esercitate da più Ministeri?» È ovvio che questa domanda solleciterebbe ben scarso interesse perché renderebbe subito evidente che il suo eventuale accoglimento non produrrebbe risultati apprezzabili e non risponderebbe ad un criterio di buona amministrazione. Neppure il problema della cosiddi Giampaolo Rossi detta lottizzazione delle cariche e delle zone d'influenza nel settore sarebbe minimamente risolto. È ben noto, infatti, che quel problema deriva più dal funzionamento sostanziale delle istituzioni che da quello formale. Nella prassi degli anni passati, il Ministero ha anzi rappresentato, quando ha ben funzionato, l'unico filtro istituzionale alle decisioni interpartitiche. È chiaro, allora, che il quesito referendario ne sottende un altro non dichiarato e probabilmente non condiviso nemmeno da tutti i suoi promotori e lo si comprende bene se lo si inquadra nell'attuale contesto di forte spinta per le privatizzazioni. Ciò che in realtà è in discussione, per una parte dei promotori, non è il Ministero ma l'impresa pubblica, ma se così è, bisognerebbe almeno dichiararlo, perché non si possono portare gli elettori ad esprimersi su una domanda riservandosi di attribuire al voto un significato non esplicito. Che dovrebbero fare i partiti? L'alternativa fra la pura difesa dell'esistente e I s 1 il cavalcare demagogicamente ogni spinta referendaria lascia perplessi. Se ne può uscire solo operando, in positivo per risolvere i problemi e in concreto, in questo caso: - riprendere i progetti organici di riforma dell'amministrazione e varare finalmente un serio rinnovamento; - ridefinire il ruolo dell'impresa pubblica e rilanciarne così l'immagine e la legittimazione; - chiarire, con una sorta di gentlemen agreement, quale parte degli apparati pubblici debba rispondere ad orientamenti di carattere politico e quale invece debba essere restituita a una pura logica di management, contrastando le qualunquistiche semplificazioni che identificano la politica con il male e vogliono quindi privatizzare anche ciò che non è privatizzabile, o immaginano una sfera pubblica senza responsabilità politica. Solo così si può superare lo scontro tra i ritardi della politica e la pericolosa spinta antipartitica che, alla fine, lascerebbe tutti perdenti.
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