i.)-lL BIANCO lXILROSSO Mil•lii•d il collegio uninominale debba essere a doppio turno o unico turno, come sostengono, non senza buoni motivi, i radicali). Su un punto, però, hanno idee chiare: non vogliono il regime presidenziale e, con questo, l'elezione popolare diretta del Presidente della Repubblica. Come mai? Non temono, per caso, che - come già in Francia - dal presidenzialismo possa derivare una maggiore possibilità o minore improbabilità di effettiva alternanza? Al Pds, che sino a poco fa si chiamava comunista e tiene ancora scritto «Pci» davanti e ai piedi della quercia, ben in vista ad altezza d'uomo nelle interviste televisive dalle Botteghe Oscure, magari non sarà lecito chiedere se la sua tradizione ideologica e culturale sia proprio la più idonea a spiegare come si deve arrivare all'alternanza in una democrazia europea occidentale. Né se davvero sia il fronte politico-economico-sindacale-sociale, da quasi mezzo secolo al potere, a commettere oggi un errore storico clamoroso nel favorire, coi referendum, l'alternanza. Né, infine, se l'alternativa possa consistere nel capolavoro di mandare all'opposizione la sinistra che è già nel governo. Dovrebbe smetterla, però, di pensare che alla gente si possa raccontare impunemente ancora a lungo tutto quello che, per la propria conservazione e sopravvivenza, conviene, gabellandolo per alternanza o alternativa che sia. Nelle sezioni del Pds, per esempio, la raccolta delle firme viene sollecitata sostenendo che col referendum di giugno l'elettorato si è pronunciato definitivamente ed ha inteso pronunciarsi contro il presidenzialismo. È vero, notoriamente, che i sentimenti popolari sono di segno opposto, cioè per l'elezione popolare diretta del Capo dello Stato. Tutta l'ostilità del fronte conservatore, Dc in testa, a una determinata modifica del procedimento di revisione costituzionale (art. 138 Cost.) non ha altro obiettivo se non impedire che al popolo sia proposta in prima battuta la facoltà di scelta della elezione diretta del Presidente della Repubblica, per la quale (come per l'analoga del sindaco) si pronuncerebbe sicuramente. Nonché via italiana all'alternanza, i referendum elettorali proposti sono alternativa all'alternanza, sono via italiana alla perdurante esclusione dell'alternanza. A parte le intenzioni dichiarate dei promotori che contano, ciò risulta dalla logica interna delle istituzioni. Mentre il regime presidenziale come tale porta diritti verso l'alternanza perché impone al secondo turno una scelta ristretta ai primi due candidati del primo (vedi Francia), dunque due fronti, il collegio uninominale da solo, cioè come elemento separato da un regime presidenziale, non produce automaticamente il medesimo effetto per la semplice ragione che non in
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