Il Bianco & il rosso - anno II - n. 23 - dicembre 1991

ra cercato di farne uno strumento di legislazione indiretta, pensando più al potere dispositivo delle norme emendate che agli effetti dell'abrogazione delle norme stesse. Anche i referendum sono stati ricondotti alla più grande passione che anima questo paese: quello per lo schieramento, per la scelta di campo. È stato così, dai «guelfi e ghibellini» ad oggi. Si fa troppa fatica a ragionare sul merito reale dei problemi, a vederne le implicazioni e a valutarne gli effetti. Inoltre, la politica italiana vive solo nel presente; tutti i protagonisti si accontentano di vincere le battaglie, incuranti deli)JLBIANCO '-XILROS-5() liii@OMII le sorti della guerra. Fatta questa premessa, sarà opportuno dire qualcosa nel merito. Non ho ancora maturato una precisa opinione su molti dei referendum proposti. Ho deciso, tuttavia, come singolo cittadino, di regolarmi sulla base di valutazioni di merito, e non curarmi delle scelte di schieramento. Per questo mi riservo di approfondire meglio gli effetti che avrebbe la positiva affermazione dei referendum sulle leggi elettorali proposti dal Corel (di Mario Segni). Regolandomi poi di conseguenza. Sottoscriverò quelli proposti dal Corid (di Massimo Severo Giannini) sulle Partecipazioni statali, la riforma della L. n. 64 e la revisione dei criteri delle nomine bancarie e quello proposto dagli Amici della Terra relativamente ai poteri delle Usi in materia ambientale. Non aderirò invece a quelli dei Radicali sull'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e sulla legge Jervolino. Come non aderirò, se dovesse essere proposto dal Pri, a quello sulla Legge Gozzini. Tutto ciò, peraltro, mi riempie il cuore di tristezza per le condizioni in cui versa la politica in Italia. Lo dico con grande amore per il mio paese e per la politica. Sinistraunita ai referendum elettorali.Perchéno? L a domanda che ponete (si può permettere questa sinistra di presentarsidivisa all'appuntamento referendario?) è veramente importante. Rispondo senza indugi di no, almeno per quello che riguarda i referendum decisivi di questa tornata, i tre sulle leggi elettorali del Senato e dei Comuni, che mi vedono peraltro impegnato nella Presidenza del Comitato Promotore. È decisivo che si rompa quella sorta di fatalità per cui non si è riusciti finora a sinistra ad avere una sincronia nelle proposte di riforma istituzionale: per cui ad un Psi alternativista, fautore della democrazia conflittuale e critico del consociativismo, corrispondeva un Pci assertore di un vetero parlamentarismo e di un rigido proporzionalismo e dopo ad un Pci innovatore e anti-consociativo ha corrisposto un Psi bloccato su una logica di veti e pago del potere di coalizione. Prima pesavano troppo coloro che nell'ex-Pci volevano vivere e morire all'opposizione per conservarsi puri ed incontaminati, più recentemente hanno pesato troppo coloro che nel Psi non vogliono correre il rischio (inevitabile in Augusto Barbera una democrazia dell'alternanza) di andare all'opposizione, per continuare a sopravvivere senza governare. Ci sono però alcuni segnali che fanno ben sperare e non si tratta solo dell'attuale clima di distensione tra Psi e Pds, tra Craxi e Occhetto. Ad esempio il lavoro comune di 55 parlamentari della sinistra (appartenenti a quasi tutte le aree interne di Pds e Psi nonché alla Sinistra Indipendente) aveva già dato nei mesi precedenti serie indicazioni di lavoro con il documento «Democrazia delle alternative». Al di là dell'approccio scelto, quello di immaginare una Grande Riforma e non piccoli aggiustamenti, il documento è riuscito per i suoi contenuti specifici a superare lo stallo nello sforzo di giungere a unità nelle proposte istituzionali della sinistra: i parlamentari socialisti hanno accettato di unire all'elezione del vertice dell'esecutivo anche il principio di una riforma elettorale aggregante, i parlamentari del Pds e della Sinistra Indipendente firmatari del documento hanno convenuto di associare alla riforma elettorale la legittimazione diretta del vertice dell'esecutivo. Se allora, anche sulla spinta delle varie iniziative di disgelo in corso sui vari livelli, si realizza chiarezza e unità a sinistra sarà anche possibile stimolare la Dc a non rinchiudersi nella stanca sopravvivenza del proprio comodo ruolo di aggregazione al centro. Infatti il problema di un'intesa politica ampia per

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