Il Bianco & il rosso - anno II - n. 23 - dicembre 1991

B .PJLBIANCO l.XILROSSO •'11MIDPii nistero». Indubbiamente è una grossa presa di distanza dal Partito Popolare di Don Sturzo, che ancora resisteva al fascismo in arrivo: una vera sconfessione e un atto che mette chiaramente la Santa Sede, in pratica, dalla parte dei nuovi padroni. Né va dimenticato che meno di un mese dopo la stesura di quella lettera, e meno di dieci giorni dopo la sua pubblicazione sui giornali, si verificò la «Marcia su Roma», che segnò la presa violenta di potere da parte dei fascisti. Forse per questo, e certo anche per questo, e per tante cose successe dopo, uno storico come Pietro Scoppola ha potuto scrivereche in Italia non c'è stato solo un regime fascista, ma certamente, salvo periodi di contrasti brevi, almeno fino al tempo delle leggi razziali, un regime clerico-fascista. E tuttavia può essere ammirata la preveggenza lucida di quel testo. Non era un documento dottrinale, certo, ma tracciava le linee di una dottrina pratica che sarebbe venuta comoda. La «prudenza» secolare di certi uomini di Chiesa e di mondo, - di allora-, pensò bene di non dichiararsi ostile ai nuovi padroni, e di non appoggiare quel partito dei «liberi eforti» che qualche anno prima un prete siciliano, don Luigi Sturzo, aveva risuscitato dalle ceneri della De mocrazia Cristiana di don Romolo Murri. Fu l'inizio dell'abbandono di Sturzo da parte della Chiesa, sebbene egli non avessemai preteso che il suo partito fosse l'unico rappresentante dei cattolici italiani, né che ci fosse un legame privilegiato con la Chiesa cattolica. Anzi, l'anno dopo, al Congresso Popolare di Torino, lo stesso Sturzo ebbe amaramente a dichiarare: «Come non abbiamo mai fatto credere, né affermato che solamente il Partito popolare rappresenti la coscienza cattolica degli italiani, nè abbiamo mai parlato in nome della Chiesa, anzi ci siamo afferma ti perciò aconf essionali, così non intendiamo che altri in Italia, nemmeno i fascisti, possano assumere tale caratteristica politica e tale rappresentanza diretta. Ciascuno partito deve assumere quella posizione che meglio rispecchi la coscienza nazionale, la quale è nella sua enorme maggioranza religiosae cattolica. Quindi noi auspichiamo che al riguardo tutti i partiti sentano il problema religioso come lo sentono i popolari». c) La scelta «obbligata» per la Dc di De Gasperi. In ogni caso sulla aconfessionalità del suo partito Sturzo fu sempre fermissimo, anche quando questo gli venne rimproverata da vescovi e

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