Il bianco & il Rosso - anno II - n. 21/22 - ott./nov. 1991

antagoniste a quelle mobilitate dal Socialismo Rivoluzionario e da quello riformista, contribuirono, in cento anni di lotte e di convergenze, a produrre una trasformazione imponente delle condizioni dei lavoratori a farli uscire dall'indigenza e dalla condizione di brutale sfruttamento, ad affermare il diritto di associazione. Papa Wojtyla allarga la visuale alla dimensione planetaria, particolarmente nella «Sollecitudo rei socialis» a cui la «Centesimus annus» fa spesso riferimento. In essa la condanna di ogni totalitarismo è esplicita, così come è esplicita e netta la preferenza per forme della partecipazione e della democrazia. La critica alle leggi dell'economia, che da un lato producono supersviluppo per pochi, e dall'altro, come conseguenza, un forte depauperamento delle risorse ed un impoverimento di molti, suona come una accusa esplicita al capitalismo avanzato. Dall'Enciclica emerge l'esigenza che la politica e l'economia siano sempre più ispirate al rispetto dell'uomo e del creato. Il Papa immaginava nella «Sollecitudo rei socialis» per tutti i sistemi un percorso «riformista», particolarmente per quello comunista che si sarebbe potuto esprimere attraverso forme di privatizzazione dell'economia e di valorizzazione dell'individuo. L'inaspettata caduta del comunismo induce il papa a riprecisare nella «Centesimus Annus» il proprio pensiero, dal quale traspare una forte preoccupazione che i popoli dell'Est siano abbagliati dai lustrini del capitalismo o cadano in una condizione di anomia. Il tempismo dell'intervento pontificio su quel versante è indiscutibilmente uno degli elementi del successo del messaggio. Lo sforzo di rappresentare le condizioni di vita dei popoli di tutto il pianeta, tanto diversi fra loro per storia, tradizioni, cultura, sviluppo economico, da un lato enfatizza le parti a più elevato contenuto valoriale, dall'altro risponde sul piano sociale e politico alle realtà specifiche. Emblematica la sottolineatura del ruolo svolto dal sindacato polacco nel cambiamento istituzionale di quel paese. Il sindacato ha storicamente svolto un importante ruolo nelle lotte di liberazione dei popoli e di democratizzazione degli stati (in Italia nella lotta contro il .{).lLBIANCO il..ltROS.SO ■ ihi99 iI1W regime fascista, gli scioperi del '43/' 44 ecc... ), ed ha gradualmente assunto funzioni proprie, specifiche, come libera ed autonoma espressione associativa di una parte importante di società, quella del lavoro, irrobustendo, attraverso poteri diffusi, la democrazia. Qualche commentatore ha voluto vedere nell'esperienza polacca, in cui un grande ruolo lo ha svolto il Papa, un modello estensibile ad altre realtà. È questa un'esperienza irripetibile nelle società complesse, ove democrazia e pluralismo sono un dato storicamente acquisito. D'altro canto anche in Polonia, una volta instauratasi la democrazia, altri partiti dovranno alternarsi a Solidarnosc. Ed è proprio il problema della democrazia, di una democrazia compiuta, che mette in discussione la praticabilità di un modello in cui la Chiesa abbia un ruolo preponderante nella politica e nello Stato. Nel caso italiano l'esigenza di superare la situazione di democrazia bloccata è una esigenza oggi più che mai attuale e sentita da ampi strati di popolazione. Democrazia compiuta significa possibilità reale di alternanza di formazioni politiche sinceramente democratiche al governo del paese. E non è la democrazia la forma di governo auspicata anche dall'enciclica? Il crollo del comunismo, l'attenuazione delle ideologie, aprono uno scenario nuovo per il futuro politico del nostro paese. Forse si potrà aprire una fase nuova ove le campagne elettorali, che per 45 anni sono state impregnate di ideologia e di Ji C'ONOICO ,· MASCHERINA • (,9 vuoto programmatico, e si potranno svolgere sulle cose da fare - e ce ne sono molte - in questo paese. E potrà anche accadere che la Democrazia Cristiana vada all'opposizione, senza che ciò debba essere considerata una sconfitta per la Chiesa e per i cattolici. D'altra parte la democrazia si basa sulla tolleranza delle opinioni diverse e sulla possibilità che tutti possano governare. La tolleranza è una caratteristica propria della laicità. In una società moderna sempre più pluralista, multietnica, devono poter convivere opinioni politiche e religiose diverse, senza integralismi di nessun tipo. In questo senso i cattolici, secondo l'insegnamento giovanneo possono esprimere militanza politica anche per partiti non confessionali; sarebbe un'involuzione oscurantista d'altri tempi pensare che la salvezza eterna di ciascun uomo sia legata alla espressione del voto o alle formazioni politiche in cui milita e non alle opere ed ai comportamenti conformi al vangelo. L'autorevolezza morale ed etica della chiesa è tanto più elevata quanto più è distaccata dalle questioni temporali. In un momento in cui nelle società industriali avanzate è sempre più presente il bisogno di comportamenti etici e le coscienze della gente ricercano ansiosamente il messaggio religioso in base al quale costruire la propria vita, sarebbe incomprensibile che la Chiesa si affidi alla politica per superare quella soglia di incomunicabilità che la «modernità» ha eretto fra il corpo della chiesa, il suo messaggio e i fedeli. La nostra esperienza ha dimostrato come non esista per definizione che un cattolico sia più o meno coerente con la propria ispirazione a seconda del partito in cui milita. Di ladri ne abbiamo visti in tutti i partiti, nella Dc, nel Psi, nel Pci, come negli altri, ed abbiamo esempi di rettitudine morale ed etica fra molti politici non cattolici. Vi è un gran bisogno di ricostruire un sistema di valori su cui impostare la vita pubblica e privata in un paese che mostra i segni di un degrado etico e morale senza precedenti. Se fosse esclusiva responsabilità della politica, essa dovrebbe essere imputata oggettivamente in massima parte ai politici cattolici. Noi siamo più propensi a chiedere alla chiesa uno sforzo supplementare per interpretare la realtà e testimoniare il messaggio cristiano nella moderna società.

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