strutture istituzionali ed economiche, oltre che di quelle religiose. Il nuovo ordine mondiale non può essere però fondato se non con il coinvolgimento più largo degli uomini e delle associazioni che li riuniscono: l'economia di mercato e la forma statale dei paesi capitalistici, da soli, non sarebbero sufficienti ad eliminare i «pensieri di guerra». La Chiesa mentre indica in Cristo la via della salvezza, indica anche nella dignità dell'uomo il limite etico ali' esercizio del potere politico ed economico. La «soggettività sociale» è sollecitata come un nuovo referente per una società civile più articolata e rappresentativa della libertà dell'uomo. Ad essa è affidato il compito di rianimare una democrazia che rischia di soffocare sotto l'attività dell'indifferenza ai valori, sospinta all'omologazione di senso della tirannia videocratica. È a questo soggetto, costituito dai corpi intermedi della società, tra cui lo stesso sindacato, attribuito il compito, appunto, di «sovvertire» l'ordine sociale capitalistico rivendicando la loro natu- .{).l.L BIANCO lXH.R~ l•ti@OMII ra di «luoghi» di espressione della personalità dei lavoratori. Per lo sviluppo della democrazia, come tendenza all'affermazione dell' «inconcepibile», del raro e remoto principio d'amore, occorrerà una umanità sovrana nella consapevolezza della propria insurrogabile soggettività etico-politica. Sarà lo Stato e le sue istituzioni che dovranno adattarsi agli itinerari inediti della democrazia e non viceversa. La rivoluzionarietà di questa idea potrà davvero sorprendere quanti ritengono che vi siano ancora energie ed idee nell'attuale storicizzazione dello Stato capace di risolvere la crisi planetaria ed epocale del- !' avvenire umano. La forza inedita e geniale dell'intuizione giovannea sulle presenti e future difficoltà dell'uomo travolge ogni schema classificatorio, si libera dei confini ideologici, traversando le dottrine, le tradizioni e le esperienze storicopolitiche dei partiti. Nasce dalla Polonia ma la sua destinazione è il cuore del1'uomo! Si potrà dunque certamente parlare di socialismo cristianizzato, o di quanto esprimerà l'inversione dei termini: perché il cattolicesimo appare oggi sempre più proiettato a recuperare la propria originaria forza liberatrice del1'uomo. Il problema futuro dei cattolici sarà sempre più quello di rivelare, anzitutto, la loro identità affermandola nel concreto dei valori umani della vita insegnati dalla Chiesa. li consenso nascerà sui programmi e sulla qualità della loro attuazione. Ma dentro ai programmi vi saranno quelle scelte di valore che faranno la differenza tra la destra e la sinistra e, in .queste, tra chi vorrà fare nella realtà della vita, le scelte cattoliche e chi vorrà farne altre. C'è un bisogno di concretezza che, spiazzerà nel prossimo avvenire i partiti e i loro uomini, e confermerà ancora una volta la capacità profetica della Chiesa. Essa sola parla il linguaggio crudo ma comprensibile dei bisogni dell'uomo: cioè di fatti ed attese, delle urgenze e dei drammi a cui i valori delle scelte dei governi dovranno conformare il senso democratico delle loro responsabilità. In Italia la Chiesa faccia i conti con il pluralismo N on è compito specifico dei laici sottolineare i principi supremi e teologici contenuti nei documenti pontifici, quanto piuttosto coglierne il senso. profetico e darne concreta attuazione nella storia e nella vita quotidiana. Sono proprio i cento anni che separano la «Rerum Novarum» dalla «Centesimus Annus» che segnano il cambiamento storico di un'epoca: la nascita ed il crollo del comunismo. Le «novità» del 1891 spinsero Leone XIII ad indicare ai cattolici le linee guida per la lettura di una realtà sociale inedita, plasmata dall'insorgente capitalismo e dalla cultura liberale, predispodi Carlo Stelluti sta nei suoi fondamenti a sacrificare l'uomo al profitto, considerato il motore essenziale del progresso economico. Realtà alla quale peraltro già da mezzo secolo si contrapponeva l'analisi marxista, con successo di adesioni e di lotte. Per molti lavoratori anche cattolici il «Socialismo» era sinonimo di uguaglianza, di giustizia, di rispetto della persona, di fine della povertà e acquistava agli occhi delle masse operaie il valore di una promessa messianica. Leone XIII si schiera a favore dei lavoratori e dell'uomo. L'idea così semplice, che il lavoro non è una merce, scuote la società dell'epoca e inserisce un cuneo profetico destinato a penetrare fra l'ideologia liberista e quella marxista. Una lettura della condizione operaia e della società che si è rivelata indiscutibilmente feconda, molto di più di quanto non lo fosse l'analisi contenuta nell'enciclica sullo Stato, quest'ultima più legata al passato, al temporalismo, all'esigenza di giustificare il disimpegno dei cattolici nella vita pubblica statale con una ripresa dell'impegno nella società. La «Rerum Novarum», rivolta al circoscritto mondo industrializzato di allora, liberò molte energie che, seppur
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