Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 20 - settembre 1991

.{)!I. HIAM:O 0-11.nosso iii•iil•l1 Settanta ore col fiato in gola Breve cronologia del mancato «golpe» - Domenica 18 agosto: l'antefatto - h. 16,50: a Foros, in Crimea, arriva un gruppo di agenti del Kgb, e consegna una lettera a Gorbaciov. Vi sono annunciate le sue dimissioni e il passaggio del potere a Ghennadij Janaev. Gorbaciov rifiuta la firma. Resta bloccato e isolato nella sua casa di vacanza. - Notte tra domenica e lunedì. A Mosca riunione dei leaders del golpe: Boris Pugo, ministro degli Interni; Dmitrii Jazov, Ministro della Difesa; Valentin Pavlov, primo ministro; Oleg Baklanov, responsabile dell'Industria bellica nel Pcus; Vassili Starodoubtsev e Alexander Tiziakov, membri della direzione del Pcus; Vladimir Kriuchkov, capo del Kgb, che ospita la riunione nel suo ufficio, e naturalmente Ghennadij Janaev, il vice di Gorbaciov, colui che nei piani del golpe deve sostituirlo. Forse in contatto con loro, almeno a distanza, è colui che verrà considerato il vero capo del golpe, Anatolij Lukianov, presidente del Soviet supremo. La decisione, di fronte al rifiuto di Gorbaciov, è presa. - Lunedì 19 agosto: // fatto - h. 4, 18 del mattino: un comunicato della radio di Stato annuncia che «per ragioni di salute» Mikhail Gorbaciov non può più adempiere le sue funzioni, viene sostituito dal suo vice, Janaev, che capeggia un «Comitato per lo stato di emergenza», che rende pubblico un «messaggio» accompagnato da un «decreto» in più punti. È il copione che ha funzionato nel 1964quando fu destituito Nikita Krusciov. - h. 4,30. Il primo ministro russo, Ivan Silaev, chiama al telefono Boris Nikolaevic Eltsin, «corvo bianco», presidente stravotato della Repubblica Russa, 8/ 10del territorio e della popolazione dell'Urss, che è in vacanza negli Urali, e gli annuncia il colpo di stato. I golpisti si sono «dimenticati» di lui: non ha esercito, non ha polizia, non ha esperienza di statista. Perciò non conta. - h. 6,47. Accade l'imprevisto: Boris Eltsin emette il primo «comunicato» antigolpe, e la gente, che lo apprende dalle radio private e dalla stampa, non ancora neutralizzata, scende in strada. La Cnn porta in tutto il mondo le immagini di ciò che accade a Mosca. - In mattinata. Eltsin arriva a Mosca, si barrica nella sede del parlamento della repubblica russa, e organizza la resistenza. A un certo punto scende in strada e sale su un carro armato per esortare la folla, già immensa, alla resistenza: egli proclama lo sciopero generale e chiede la liberazione di Mikhail Gorbaciov e il suo ritorno al potere. Le radio americane e inglesi ritrasmettono in russo, in tutta l'Urss, l'appello di Eltsin. Nel corso di tutta la giornata George Bush è in contatto telefonico con Boris Eltsin: rifiuta di riconoscere il fatto compiuto e lo esorta a tenere duro. È una scelta che a quel punto ancora nessun governo ha avuto il coraggio di fare. - Pomeriggio. I piani del golpe cominciano a perdere colpi. I carri armati dell'esercito, circondati dalla gente, non sfondano le barricate. Intere compagnie rifiutano di obbedire. La compattezza del Comitato dà segni di cedimento. Kriuchkov, capo del Kgb, è il primo a mollare. Pavlov, ha problemi gravi di salute. Jazov si dimette. Nelle strade di Mosca e Leningrado e sulle piazze delle città dei Baltici, e di Ucraina, e della Georgia, la gente si raduna e proclama la sua decisione di opporsi al golpe in tutti i modi. L'esercito mobilitato dai golpisti si spacca, inizia a ritirarsi, o passa dalla parte della resistenza. Disordini in tutte le grandi città. A Mosca, nella sede del Parlamento russo, arrivano anche Edward Schevardnadze e Alexsander Jakovlev, per anni numero due della perestrojka. Anche essi parlano alla gente, sulla piazza, e affiancano Eltsin. Martedì 20 agosto. Attorno al parlamento rus-

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