Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 20 - settembre 1991

~JJ. BI.\ :\i( :o l.Xn.nosso Ui•iii•P prestazioni fornite dal servizio sanitario nazionale, basato sul punto di vista dei cittadini. L'iniziativa, avviata nell'autunno del 1990 e che sarà completata nel settembre del 1991, è stata realizzata dal Movimento federativo democratico (operante nel mondo sanitario attraverso il Tribunale per i diritti del malato), su incarico del Ministero della sanità e del Consiglio sanitario nazionale con la collaborazione scientifica e metodologica del Cerf e. Il Rapporto - la fase di raccolta dei dati e una loro prima elaborazione è terminata a maggio - si sta realizzando mediante un'indagine che concerne un campione di 320 complessi sanitari, corrispondenti a circa 1.600 tra divisioni, sezioni e reparti della medicina ospedaliera e strutture e servizi di quella extra-ospedaliera. Esso ha riguardato la consultazione di circa 25.000 persone tra cittadini e operatori. L'indagine si è articolata in quattro inchieste e due ricognizioni. Le quattro inchieste hanno riguardato: la qualità del servizio sanitario nazionale (Ssn); la tutelabilità dei diritti dei cittadini nell'ambito del Ssn; la cultura e i comportamenti dei cittadini a confronto con le pratiche professionali e organizzative del Ssn; la praticabilità di alcuni fini del Ssn. Le due ricognizioni hanno riguardato: gli studi sul Ssn; la disponibilità di risorse umane attive per la tutela dei diritti all'interno del Ssn. Le prime due inchieste e la seconda ricognizione possono definirsi di primo livello, in quanto comportano la raccolta di dati direttamente «sul campo», mentre la quarta inchiesta e la prima ricognizione sono di secondo livello, ovvero si basano sull'analisi di materiale già raccolto come documenti, ricerche, studi, dati statistici o altro. La raccolta dei dati sul campo è stata effettuata in tre modi: mediante 8.000 interviste a degentiutenti e a operatori del Ssn svolte attraverso la somministrazione in 320 complessi sanitari di questionari con domande prevalentemente chiuse (con risposte predeterminate); mediante 9.000 interviste a cittadini di cui oltre 6.000 a cittadini al di fuori dei servizi sanitari; mediante l'osservazione, condotta con l'ausilio di apposite griglie e la consultazione di oltre 8.000 persone circa, di 270 complessi sanitari della medicina ospedaliera e extra-ospedaliera; mediante l'auto-somministrazione di una scheda censimentaria a coloro i quali hanno contribuito in misura varia alla realizzazione dell'indagine. L'inchiesta sulla qualità, in particolare, si è proposta di studiare lo «stato» del Ssn da tre punti di vista. Il primo riguarda la qualità in senso tecnico: strutture fisiche, spazi, servizi e attrezzature: numero, tipo di qualificazione del personale; gamma delle prestazioni offerte; utilizzazione delle strutture e dei servizi in relazione alle prestazioni offerte; osservazione delle norme professionali; circolazione dell'informazione tra gli operatori sanitari. Il secondo punto di vista riguarda la qualità legata alla dimensione interpersonale: tempo dedicato dagli operatori all'assistenza sanitaria; presenza di strutture e strumenti che favoriscano la comunicazione tra operatori sanitari e tra questi e i cittadini-utenti; comportamento dei medici e degli altri operatori verso i pazienti; circolazione delle informazioni e loro comprensione; interesse, cortesia, rispetto della volontà dei degenti, disponibilità a fornire chiarimenti. Il terzo punto di vista riguarda l'aspetto della qualità legata al comfort: strutture di alloggio e di ristorazione; telefoni; servizi igienici e dotazioni; accesso dei parenti e strutture di accoglienza; garanzia della privacy; accessibilità delle strutture e dei servizi; assistenza nell'alloggio e nella ristorazione; qualità e quantità del cibo; condizioni igieniche, ecc. Per la realizzazione del Rapporto è stata predisposta una organizzazione articolata in un livello nazionale e in poli regionali, collegati a loro volta a nuclei provinciali o cittadini, fino ad arrivare ai «gruppi di monitoraggio», operanti all'interno delle 320 strutture del campione. Questi gruppi, che hanno consentito il pacifico svolgimento delle operazioni di somministrazione dei questionari e di osservazione delle strutture stesse garantiscono, anche per il futuro, la presenza di nuclei attivi di cittadini e di operatori sanitari impegnati nel controllo e nella vigilanza permanenti della qualità del servizio. È vero. Dai dati dell'indagine emerge una sanità disumana. Il Movimento federativo democratico, attraverso il Rapporto sullo stato dei diritti nella sanità, ha dimostrato che l'umanizzazione degli ospedali si può affrontare senza fare ricorso alla retorica degli affetti ma con i fatti concreti. Non si tratta nella assistenza alla persona malata di aumentare i sorrisi, l'amicizia o il volersi bene. L'umanizzazione della medicina è sinonimo di possibilità di disporre di beni e di utensili di uso quotidiano, di rispetto almeno degli standard prefissati, di manutenzione delle strutture ospedaliere e ambulatoriali, è puntualità negli appuntamenti e facilità di accesso alle strutture per averne organizzazione, igiene, celerità e l'elenco potrebbe allungarsi ancora.

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