Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 20 - settembre 1991

it)_lJ. BIANO) lXn.nosso iii•iil•Q Mosca: stavolta la storia non è tornata indietro Quando è arrivata la notizia del «colpodi Stato» in Urss,e sono iniziate le 72 ore chehanno tenuto con ilfiato sospesoil mondo, a tutti noi sono tornate in mente altre pagine della storia: 1956, i carriarmati delPattodi Varsaviaa Budapest; 1968, stessocopionea Praga. Ma soprattutto tornava alla memoria quel giorno di agosto 1964 in cui «sparì»dallascenaNikita Krusciov. Per la verità da parecchio,eproprio a proposito di Gorbaciov,qualcunoevocavail parallelopur discutibile,conKrusciov,e tra la gentecircolavauna battuta: «Ti ricordi nell'estate '64: ci svegliammo una mattina e il segretario generale non c'era più». Stavolta, perfortuna, le cosesono andate diversamente, e per ragioni che vale la pena di sottolineare.Al primo posto la reazione popolare, cheha trovato in Boris Eltsin la sua guida, e nel Parlamento russola trinceasu cui assestarsiper difenderegli inizi dellasuademocrazia,doposettantaanni di orrori e di terrori. Poi, certo,unaforte reazione internazionale che ha aiutato il rovesciamentodella situazione. Per la verità si può prenderenota, con un po' di mestizia, chenon proprio forte è stata la reazione dei vertici istituzionali italiani. Al centrolagente,dunque. Stavolta non hafatto il «corogreco»di un dramma-tragedia,ma hapreso l'iniziativa cheha portato al fallimento del copionegolpistaedha messoal centrodelpalcoscenico la democrazia. Le cosein Urss,eforse non solo lì, non saranno più come prima. Per ora, vedendo le scenedellafolla cherovescia i monumenti degli «eroi»del comunismo sovietico, chemette una crocedi 30 metri al posto della statua delfondatore del Kgb, che calpestala bandiera rossasovietica, che imbratta di rossola statua di KarlMarx, eascoltandola vocedi Eltsin che «sospende» leattività delPartito comunista russo, chiude la «Pravda»,e chiedea Gorbaciov di realizzare sul serio, più sul serio chefinora, i cambiamenti che la gente richiede,a noi vengono in mente alcune«profezie»di Turati, alcunepaginedi Ignazio Sifone chedescrivono,come in visione, il crollodel comunismo russoe persino alcunescene di vendettapopolarecontro i simboli delladittatura.Neiprossiminumeri contiamodi riprodurle,«a memoria» di un passatoche non deve tornare. Anche da noi, e per tutti, c'è una lezione da imparare:quando lagentesi muove la storiapuò davvero cambiare. In questonumero sulfilo dell'immediatezza,vogliamo offrirecomeprima documentazionealcuni elementidi cronacachericostruisconoifatti di quelle 72 ore. Mettiamo anche, come oggettodi riflessioneper tutti, alcuni «estratti»del Messaggio al popolosovieticodel «Comitatoper lo statodi emergenza»che aveva destituitoGorbaciov:retorica,ipocrisia,moralismo e continuismo ci sembrano i caratteridi fondo del documento. Seguonoalcuni dei quindici punti della «dichiarazionedi intenti» dei golpisti, chevolevano concretizzareil Messaggiosuddetto,e infine una breveseriedi giudizi, sul «golpe»in corso, che la dicono lunga, spesso,su chi li ha pronunciati. Pubblichiamoancheil Comunicatodi ReS, afirma PierreCamiti, cheabbiamo emessoalle 12 di martedì 20 agosto,in essosono uniti, nellasperanza di riscossa,Eltsin e Gorbaciov. In quel momento, ricordiamo, tutto eraancora tn gioco. Mentreandiamo in macchina,i contraccolpidei fatti cheabbiamo ricordatonon sonoancorafiniti: Gorbaciov ha «sciolto»il Pcus.Diverse repubbliche stanno proclamando l'indipendenza. Qualcunodicechestadavvero«sciogliendosi»l'Urss stessa. Sugli eventi di Mosca,e sul «dopo»,avremo certamente occasionedi tornare,neiprossiminumeri de «Il Bianco e il Rosso».(G.G.) ·-·- J I

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