iii•iil•P E se Psi e Pds ... «Unità socialista»: un sasso nello stagno della sinistra. Il «Balilla» della circostanza si chiama Piero Borghini, deputato Pds, presidente del Consiglio regionale della Lombardia. Il primo sasso lo ha tirato l'anno scorso, Bettino Craxi, ma l'acqua dello stagno si è mossa poco. Ora Piero Borghini ha rilanciato dalla sponda diversa, e nonostante ilperiodo estivo c'è stata parecchia maretta. «Il Bianco e il Rosso» rilancia laproposta dalle sue pagine. Dopo il dibattitto sul futuro del sindacato è il caso di aprirne uno serio e senza alcuna remora sul futuro della sinistra italiana e in particolare (ma non solo) di Psi e Pds. Abbiamo chiesto all'onorevole Borghini di chiarirci le sue intenzioni, ed egli gentilmente lo ha fatto anche per noi. Le nostre pagine restano aperte, sull'argomento. Andiamo in macchina sull'onda degli «eventi» in Urss, immediatamente dopo il fallimento del «golpe» veterocomunista. Ci sembra chiaro che se qualcuno, anche da noi, vuole avere un futuro degno di questo nome, il programma di «unità socialista» è ben più che uno slogan: diventa una prospettiva necessaria. (G. G.) <<Unitàsocialista>>: da Milano un nuovo soggetto politico di Piero Borghini A gli inizi di agosto, con un breve ma, credo, non improvvisato e non del tutto superficiale ragionamento, proponevo, sulle colonne dell'Unità, che i gruppi consiliari del Pds, del Psi, e del Psdi di Milano, si accordassero per dar vita ad un unico gruppo denominato gruppo riformista che si ponesse al servizio, non solo, com'è ovvio, della stabilità e della funzionalità dell'attuale giunta (che ne ha certamente bisogno), ma anche e soprattutto di una nuo- - - - - 19 va politica per la città che dovrebbe venire elaborata dal così detto «laboratorio riformista», ossia dall'insieme dei circoli milanesi di ispirazione riformista che fanno riferimento ai partiti storici della sinistra e che, di recente, hanno concordato di lavorare unitariamente in questa direzione. L'accento veniva posto, ovviamente, sul nuovo. Sui nuovi bisogni della città, sull'esigenza, come l'ho chiamata, di una sua «seconda rico-
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