Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 20 - settembre 1991

~JJ, HIAM:O '-.Xli, llOSSO iiikiii•P ché negli altri partiti la loro fede non pare rispettata. In Italia l'alternativa non si fa senza o contro i cattolici. Occorre farla senza i democristiani, e la prima cosa da fare è smettere di confonde re tra le due cose. La seconda, altrettanto essenziale, è la conquista di un 'autentica «laicità», per cui i partiti non siano ideologici, ma pluralisti. La vera «laicità» è un metodo, e può essere di credenti o non credenti, come il clericalismo e l'integralismo. L'ateismo di partito, e di Stato, per esempio, non è laicità, ma clericalismo ateo. Naturalmente lo è anche la religione di partito, e di Stato. . . .Prima di concludere, due note. La prima per dire che è ridicolo continuare a parlare di «dialogo» con i cattolici. I socialisti dialogano, se credono, con i comunisti, con i pidiessini, con i democristiani, con i liberali ... con i cattolici dialogano i buddisti, i protestanti, gli ebrei, eventualmente gli atei. Se si continua ad usare questa terminologia, si insiste a dare un contenuto ideologico-religioso ai partiti, e quindi cattolico vuol dire Dc. È fare il gioco dei democristiani, che su questo equivoco si sono eretti a difensori, contro Martelli, del Papa e della Chiesa. La Dc non è un partito «laico», e infatti nessun Dc ha potuto dire che Martelli aveva qualche ragione. Laico è stato, stavolta, il Psi, in cui Martelli ha avuto consensi e dissensi. L'ultima osservazione per dire che non è il caso che asinistra i partiti si facciano concorrenza sul fronte dei cattolici. Non servono aperture strumenta/i, ma laicità autentica. Quando si vota si sceglie un partito, non una chiesa. I cattolici questa già l'hanno, non la mettono ai voti, e desiderano che il partito che scelgono la rispetti, finché si comporta da chiesa, ed eventualmente la contesti quando vuole sostituirsi ai partiti. In questo caso anche il credente si unirà alle critiche. Anzi, le sue critiche saranno doppie: in nome dell'autonomia della politica e anche in nome della dignità della sua fede. Il Giorno, 15 luglio 1991 Adriana Zarri, teologa Quante verità venute da una cattedra sbagliata! Avvenimenti, 17 luglio 1991 Sergio Turone, giornalista Martelli ha ragione, ed ha ragione Elena Marinucci, che ha ricordato la devastante azione condotta da questo pontefice in tema di aborto, contro le donne. Fabio Mussi afferma che l'anticlericalismo è una risposta datata, intendendo diresuperata. Ebbene, l'anticlericalismo è datato esattamente come il clericalismo. Dopo Eugenio Pacelli, che fu l'ultimo papa clericale dinazionalità italiana, e che diede grande alimento a/l'anticlericalismo, cifurono due grandi papi (Giovanni XXIII e Paolo VI, ma potremmo aggiungervi anche il breve pontificato di Luciani) che non furono clericali. Difatti misero in crisi /'anticlericalismo,che, nei loro confronti, non aveva ragione d'esistere. Wojty/a è, di nuovo, un papa clericale, che ha rilanciato, come dice Martelli, le logiche del potere temporale. Con la differenza che i papi clericali nati in Italia davano al temporalismo una dimensione casareccia, mentre Giovanni Paolo II gli ha conferito dimensioni planetarie. Avvenimenti, 17 luglio 1991 Vittorio Feltri, Direttore de «L'Europeo» Insomma, caro Martelli e carissimi suoi compagni, l'inamovibilità della Dc sta si nella solida base del suo referente religioso, ma anche e soprattutto nella vostra debolezza e in quella dei vostri principi . L'Europeo, 1.9luglio 1991 Gianni Baget Bozzo, deputato europeo Psi «Il carattere della cultura laica è radicato nel cristianesimo, nasce anzi come una domanda all'interno della cultura cattolica. Tutto il marxismo, ad esempio, può essere letto come una trasposizione laica della visione provvidenziale della storia umana. Detto questo, non possiamo negare che la Chiesa ha motivi di successo sul piano immanente, ed è vero che questo successo è favorito dal grande vuoto della cultura laica. Ma la Chiesa, d'altra parte, ha un'enorme difficoltà a parlare di vita eterna e si pronuncia solo sulla legge (l'aborto, il divorzio, la bioetica, l'eutanasia eccetera), terreno dove resta comunque minoritaria. La secolarizzazione la tocca proprio su questo: la cultura laica è sconfitta ma la Chiesa non rappresenta una risposta alternativa, semmai, potremmo dire, è divenuta una semplice variante di essa. Martelli? Può sembrare contraddittorio, mangia la Chiesa a spicchi come se fosse una mela. Ma gli spicchi sono molti». Il Sabato, 20 luglio 1991 Giancarlo Cesana, segretario generale del Movimento Popolare La nostra posizione è semplice: siamo totalmente solidali col Papa e le parole di Martelli ci sembrano molto strumentali e anche un po' ridicole: spiegare al Papa come deve fare il Papa mi sembra esagerato. E poi la pretesa che laposizione cristiana difronte alla vita non intervenga sulle cose della vita stessa mi sembra assurda. Siamo totalmente in disaccordo con il vicepresidente del Consiglio. Avvenire, 4 agosto 1991 Marcello Pera, docente universitario Si. Questo Papa risolleva obiettivamente, forse al di là delle sue stesse intenzioni, il problema dell'ingerenza della Chiesa nella politica italiana. Nessuno, certo, può negargli il diritto di rivolgersi ai cattolici per richiamarli ai loro doveri morali e religiosi. Ma il fatto è che questo Papa si rivolge non alle persone, bensì ai governanti, agli Stati. È in questa scelta dell'interlocutore il problema. A vanti, 4/5 agosto 1991

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