Ui•iil•il la legge sul divorzio e su/l'aborto. Una sorta di tacito accordo voi rivedete la vostra visione laica e libertaria dello Stato e della politica e vedrete che i voti arriveranno, un accordo che ci è stato proposto 2 anni fa sotto la forma di unione elettorale nelle università con comunione e liberazione e che noi abbiamo gentilmente ma fermamente rispedito al «monsignore socialista» mittente. Avanti, 12 luglio 1991 Giulia Rodano, responsabile Pds per i rapporti con il mondo cattolico Penso che sia sbagliato considerare i cattolici un mondo, con il quale contrapporsi o realizzare compromessi. Sia l'uscita di Martelli che la risposta di Craxi sono dentro un orizzonte vecchio. Le due fondamentali scelte dei cattolici nel dopoguerra, l'unità politica dei cattolici e la scelta di ritrarsi ed abbandonare l'impegno politico, appaiono proprie di una dopoguerra, l'unità politica dei cattolici e la scelta di ritrarsi ed abbandonare l'impegno politico, appaiono proprie di una stagione ormai conclusa. Oggi molti movimenti e molte realtà di ispirazione culturale cristiana sentono la necessità di un impegno ma anche l'inadeguatezza degli strumenti a disposizione. Oggi la questione dirigente è quella della riforma della politica, e per questo compito c'è lapossibilità di una comune ricerca, di una interazione dei cattolici con chi intende aprire un processo di cambiamento. Un'alternativa alla Dc connotata in questo modo rischia comunque di fallire. Perché resta un 'alternativa di schieramento che non si misura su contenuti reali ma solo su un richiamo ideologico, magari anche nobilissimo, ma ideologico. È un paradosso: se c'è il mondo laico a dare una accezione della presenza dei cattolici in politica considerandoli come un mondo in sè conchiuso, e quindi in termini di unità politica, e non come possibile contributo di scelte di trasformazione, allora si finisce col dare una mano alla Dc. Un conto è difendere la laicità dello Stato e dell'azione politica. Un conto è ritenere che persone, movimenti o culture di ispirazione cristiana non possano partecipare ad un processo di costruzione de/l'alternativa. Insomma, laico non si contrappone, secondo me, a religioso. Si contrappone ad ideologico. Il Sabato, 13 luglio 1991 Gianfranco Brunelli, Direttore de «Il Regno» «Da una parte e dall'altra ... mi sembra che sia chiara la strumentalità politica. Martelli lo fa in funzione anti-Craxi. E magari Sergio Mattare/la nella Dc alza lo steccato perché pensa di prendere il posto di Maria Eletta Martini, nei rapporti col mondo cattolico». Il Sabato, 13 luglio 1991 Roberto Formigoni, Eurodeputato Dc «La nostra società è segnata da una secolarizzazione profonda, pluridecennale, che ha scavato nella coscienza della gente. Da cattolico dico che c'è ben poco da essere trionfalisti. La fede è in crisi, non c'è pericolo che straripi. Come non c'è alcun rischio di invadenza cattolica, a meno che non si voglia impedire a chi ha fede cattolica di fare politica». Forse soltanto nella testa di Martelli o, meglio ancora, nella testa di un certo tipo di mass media di cui Martelli ha sposato acriticamente la letteratura, si ha l'interesse di mostrare una Chiesa arrembante. È la stessa, identica posizione che 15 anni fa aveva tutto l'interesse a mostrare lafede cristiana sulla soglia dell'estinzione. Il Sabato, 13 luglio 1991 Giorgio La Malfa, segretario del Pri «Era ora!» ... «Questi socialisti, però. Un momento scoprono Cl, il momento dopo ridiventano laici. Mentre la laicità non può essere solo uno strumento di manovre politiche. La questione è più complicata». Panorama, 14 luglio 1991 Renato Altissimo, segretario del Pii «Martelli ha ragione, ma ce lo siamo scordato il nuovo Concordato stipulato da Craxi presidente del Consiglio?». Panorama, 14 luglio 1991 Lucio Colletti, politologo «Lo Stato è ridotto a uno zero, la Chiesa diretta da un papa militante trova spazio perché manca una controparte. Come diceva Lenin, il nemico si spinge fin dove lo consente la nostra debolezza. Panorama, 14 luglio 1991 Gennaro Acquaviva, senatore Psi I socialisti, per primi quelli cattolici, e ce ne sono tanti, non possono accettare i «preti politicanti», come li chiama Craxi. Questi preti, anche De Rosa, sbagliano spesso e dimostrano di non capire niente quando si affannano a opporre ieri il Pci e oggi il Pds sempre contro il Psi. Sbagliano a credere che nell'ex Pci ci siano i «battezzati» e nel Psi i mangiapreti. La sfida alla cattolicità non viene da sinistra, dove l'anticlericalismo è sepolto da anni. Tutti contro la Dc, passi. Ma tutti contro il mondo cattolico, e contro il presunto temporalismo di un papa che pensa alla conquista de/l'Italia e del mondo, non mi quadra proprio. Le maggioranze indicate da Martelli hanno funzionato male anche nel secolo scorso, quando l'anticlericalismo era di moda. Purtroppo i fatti stanno dimostrando che l'uscita di Martelli non ha ferito me come cattolico, ma ha colpito il Psi, che su questa via, invece di allargare la sfera delle sue alleanze, le ridurrebbe, fino all'isolamento. Giovanni Gennari, giornalista «Laicità vo cercando». Panorama, 14 luglio 1991 lo non credo che la Dc «tenga» per ragioni «religiose». Sono passati i tempi in cui era il baluardo contro i «senza Dio» totalitari. Il comunismo non c'è più. Dal 1956 il Psi è democratico, occidentale e pluralista. Il Pci ha avviato la sua «fuoriuscita dal comunismo», cominciando dal nome, che è pur qualcosa, e il marxismo ateo esiste solo nei libri. È cambiata anche la Chiesa. Oggi nessun cattolico italiano, in confessionale, si sentirebbe rifiutare l'assoluzione se non ha votato Dc. I richiami all'unità politica dei cattolici sono sempre più rituali e meno insistenti. Non è dunque il Papa la causa degli scarsi successi della sinistra. La vera domanda che ci si deve porre, Psi e Pds in testa, è su come rendere meno difficile la scelta a proprio favore ai cattolici che non votano Dc, o che la votano solo per-
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