Ul•iiliit contenti perché aspettano qualche avventuriero che faccia fuori gli uni e gli altri, come è già capitato. A vanti, 2 luglio 1991 Giovanni Bianchi, Presidente nazionale Acli Quel che Martelli non ha capito, e che Craxi ha tentato di rimediare in un affannoso recupero, è il nuovo ruolo del mondo cattolico . ... Chi guarda a questa nuova realtà apartire dai «palazzi» e dalle segreterie di partito è destinato a finire fuori strada. Perché non è in grado di intendere la direzione dei mille percorsi della solidarietà e un impegno generalizzato di formazione alla politica, rispetto al quale la scuola dei gesuiti di Palermo è un caso particolare e non il paradigma. Quanto al ruolo del papa, «ridurre il magistero profetico di Giovanni Paolo II alle dimensioni di una «riscossa democristiana» è ostentazione di un'ottica forse più provinciale che anticlericale. Non siamo a Podrecca, ma ad un uso improprio del pallottoliere elettorale». La Repubblica, 2 luglio 1991 Rocco Buttiglione, docente universitario La ripresa di presenza missionaria nella società non ha necessariamente come effetto una crescita del consenso democristiano. L'unità politica dei cattolici non è un dogma di fede, ma una risposta storica concreta a situazioni altrettanto concrete. Davanti a forze politiche fortemente ideologizzate, portatrici di compatte «concezioni del mondo», i cattolici hanno trovato nel sostegno a partiti di ispirazione cristianal'unica viaper esserepresenti in modo dignitoso nella vitapubblica del Paese. Davanti aforze politiche realiste, che non eccedono nella loro azione i limiti propri della politica, che non sostengono o difendono «religioni secolari», /'atteggiamento della Chiesa è sempre stato differente. Avvenire, 2 Luglio 1991 Centri Tobagi I «Centri Tobagi» scrivono a Craxi: «Abbiamo apprezzato - esordisce la lettera - il modo con cui hai posto nelle conclusioni il rapporto fra socialisti e messaggio cristiano di cui si fa interprete la Chiesa. Fortissimo è stato infatti il nostro disagio nel constatare durante il congresso un inaccettabile rigurgito di un sentimento anticlericale che il riformismo socialistaaveva bandito da tempo proprio in virtù di una scelta di modernità e di rinnovamento». A vanti, 3 luglio 1991 Sergio Mattarella, Vicesegretario della Dc Se c'è una elaborazione veramente progressista sulla convivenza umana èproprio la «Centesinus annus». Forse Martelli teme che la Dc traduca l'enciclica in iniziativa politica: se questa è la sua paura, èfondata». E ancora: «Non è civile lapolemica di Martelli contro il Papa: È fatta con scarso senso dello Stato. Martelli è il vicepresidente del Consiglio e non credo che abbiaparlato semplicemente da socialista, visto che lui stesso dice di non essere Frego/i». Corriere della Sera, 3 luglio 1991 Giulia Rodano responsabile Pds per i rapporti con il mondo cattolico Un conto è la giusta riaffermazione della laicità della politica e anche la difesa delle prerogative dellapolitica e dello Stato nei confronti di interventi surrettizzi e impropri. Altra cosa è pensare, o ipotizzare, che la costruzione dell'alternativa possa escludere personalità e movimenti di ispirazione religiosa». Corriere della Sera, 3 luglio 1991 Gennaro Acquaviva, senatore Psi Io non sono affatto d'accordo con Martelli che vede un Papa e una Chiesa all'attacco per un nuovo temporalismo. Sono d'accordo con Buttiglione quando afferma che la «Chiesa italiana è lungi dal presentare un 'attività missionaria così estesa, così decisa e impetuosa da mettere in crisi in un solo colpo le basi della secolarizzazione così come essa si è venuta a realizzare nel nostro paese». Ed è questa la verità: in Occidente, in Italia, se v'è malessere spirituale, incertezza del modello di vita, insoddisfazione da abbondanza, è altrettanto vero che il sistema economico e sociale è fortissimo e le tendenze alla secolarizzazione più consistenti dei bisogni di fede o semplicemente spirituali. I Cattolici hanno tuttora bisogno di alleanze, di amicizie così come i socialisti hanno bisogno di alleanze e di amicizie per portare avanti le loro istanze sociali. C'è in comune un gran desiderio di uguaglianza, di libertà e di promozione sociale, di «destinazione comune dei beni», per parlare il linguaggio della «Centesimus Annus». Questi obiettivi non li raggiungerebbero i socialisti da soli; ma non li raggiungerebbero da soli i cattolici, per quanto impegno vi profondesse la Chiesa. Avvenire, 4 luglio 1991 Ugo Intini, deputato Psi, portavoce della segreteria Un titolo del «Corriere della Sera» recitava ieri: «Sull'antipapismo il Psi è isolato». Ma da cosa si evince questo antipapismo - e il conseguente isolamento - dei socialisti? Al congresso di Bari, il segretario del Psi non è stato avaro di riflessioni sulla Chiesa e sul Papa. .. .La posizione socialista è risultata ben chiara: non un attacco antipapista o alla Chiesa, e non il ritorno a posizioni anticlericali, bensì il rifiuto di ingerenza politica. Corriere della Sera, 4 luglio 1991 Carlo Cardia, docente universitario Si intravede, poi, un antipapismo di sinistra che, con cattiva coscienza, vorrebbe addossare a Giovanni Paolo II la responsabilità di una crescita, grande e variegata, della Democrazia cristiana, delle organizzazioni cattoliche, delle Reti contestatrici e via di seguito. Ma in questo modo si dàprova di un ancor più grave provincialismo . . .. Questa sinistra dovrebbe re-imparare la prima lezione del rapporto con i credenti; la lezione che insegna ad essere veramente rispettosi della fede e delle credenze di ciascuno. ...È inutile allora denunciare i rischi del neotemporalismo, per nascondere i limiti e i fallimenti della propria politica. Questa politica può rinnovarsi solo se si ricomincia daccapo, a studiare l'a, b, c della fede, della religione, delle Chiese, dei credenti: di un mondo, cioè, che la sinistra continua ad ignorare e che, una volta ogni quattro o cinque anni, si accorge che è ancora politicamente determinante. L'Unità, 4 luglio 1991
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